Esplorando l’ampia gamma di portabottiglie di Showine: Un connubio di stile e materiali di alta qualità

Showine, l’affermato e-commerce specializzato nel settore, ha trasformato l’arte di conservare e presentare le bottiglie di vino in un’esperienza affascinante grazie alla sua ampia gamma di portabottiglie. L’azienda pone una particolare attenzione alla qualità dei materiali e al design, offrendo una vasta selezione di portabottiglie realizzati in legno, metallo, pietra e plexiglass.

Portabottiglie di Showine: materiali e qualità

I portabottiglie offerti da Showine non solo garantiscono una conservazione adeguata, ma aggiungono anche un tocco di eleganza e stile all’ambiente circostante. Ogni portabottiglie è progettato con cura per esaltare la bellezza delle bottiglie di vino e creare un punto focale visivamente affascinante. Sia che tu desideri esporre la tua migliore selezione di vini in cantina o creare un’elegante vetrina nel tuo salotto, Showine ha la soluzione perfetta per te.

I materiali di alta qualità utilizzati nella produzione dei portabottiglie assicurano una durata nel tempo e una protezione adeguata per le tue bottiglie. Ogni dettaglio, dall’ergonomia alla stabilità, viene curato con attenzione per garantire una presentazione impeccabile. Inoltre, la varietà di materiali disponibili consente di scegliere un portabottiglie che si adatti al tuo stile e all’atmosfera che desideri creare.

Le tipologie

Con Showine, puoi trasformare la conservazione e la presentazione delle tue bottiglie di vino in un’esperienza esteticamente piacevole. I portabottiglie offerti dall’azienda sono un connubio di funzionalità e design, consentendoti di esporre e conservare le tue bottiglie con orgoglio. Che tu sia un appassionato collezionista o desideri semplicemente valorizzare il tuo amore per il vino, Showine ti offre la soluzione ideale per soddisfare le tue esigenze estetiche ed espositive.

Portabottiglie in legno

Un’elegante fusione di tradizione e calore naturale Showine propone una collezione di portabottiglie in legno che incanta gli amanti dello stile classico e rustico. Realizzati con legni pregiati, come quercia o mogano, questi portabottiglie esprimono un senso di calore e tradizione. La varietà di forme e dimensioni consente di adattarsi a diversi spazi, dal soggiorno all’enoteca personale.

Portabottiglie in metallo

Un’armonia tra robustezza e modernità Per gli amanti del design moderno e minimalista, Showine propone portabottiglie in metallo che incarnano una sensazione di robustezza ed eleganza contemporanea. Realizzati in acciaio inossidabile lucidato o con finiture speciali, questi portabottiglie offrono una soluzione elegante e duratura per conservare e mettere in mostra le bottiglie di vino.

Portabottiglie in pietra

Showine si distingue anche per la sua collezione di portabottiglie in pietra, che aggiungono un tocco di raffinatezza e originalità all’ambiente. Realizzati con pietre naturali, come il marmo o il granito, questi portabottiglie uniscono l’estetica elegante alla resistenza duratura. Ogni portabottiglie in pietra è un’opera d’arte unica, poiché i dettagli naturali delle pietre conferiscono un carattere distintivo a ciascun pezzo.

Portabottiglie in plexiglass

Trasparenza moderna e versatilità Per un’estetica moderna e minimalista, Showine offre una selezione di portabottiglie in plexiglass. Questi portabottiglie si distinguono per la loro trasparenza cristallina, che mette in risalto le bottiglie di vino come vere opere d’arte. La versatilità del plexiglass permette di creare forme e design unici, trasformando la presentazione delle bottiglie in un’esperienza visivamente affascinante.

 

Perché scegliere Showine

Showine, attraverso il suo e-commerce specializzato, offre un’ampia gamma di portabottiglie in diversi materiali come legno, metallo, pietra e plexiglass. Ogni materiale offre un’esperienza di conservazione unica, combinando stile, eleganza e funzionalità. Sia che tu preferisca l’atmosfera calda del legno, l’armonia moderna del metallo, l’incanto naturale della pietra o la trasparenza versatile del plexiglass, Showine ha il portabottiglie perfetto per soddisfare i tuoi gusti e le tue esigenze. Esplora la loro collezione e trasforma la tua esperienza di conservazione del vino in un’opera d’arte.

Vino e calorie: quello che dovresti sapere

Quando si tratta di vino e calorie, è importante considerare che la maggior parte dei vini contiene un certo numero di calorie a causa del suo contenuto alcolico. Tuttavia, alcuni vini tendono ad avere un contenuto calorico leggermente inferiore rispetto ad altri. Se stai cercando di ridurre l'apporto calorico durante la tua dieta, potresti voler optare per alcune opzioni di vino più leggere. Tuttavia, ricorda che la moderazione è fondamentale, poiché l'eccessivo consumo di alcol può influire negativamente sulla salute.

Insieme al dietologo di Udine Dott. Mauro Meloni cercheremo di capire come andare ad inserire il vino in modo salutare nella dieta, senza andare ad impattare troppo sul bilancio giornaliero delle calorie.

H2 – Quali sono i vini con meno calorie? Mentre le calorie possono variare leggermente a seconda del produttore e delle caratteristiche specifiche del vino, di seguito sono elencati alcuni dei vini generalmente considerati con meno calorie per calice (in genere 150 ml):

  1. Vino bianco secco: il vino bianco secco, come il Pinot Grigio o il Sauvignon Blanc, solitamente contiene circa 120-140 calorie per calice.
  2. Vino rosato secco: il vino rosato secco ha un contenuto calorico simile al vino bianco secco, con una media di circa 120-140 calorie per calice.
  3. Champagne: lo champagne o lo spumante secco sono spesso scelte popolari per festeggiamenti e brindisi, e contengono solitamente circa 90-100 calorie per calice.
  4. Vino rosso leggero: alcuni vini rossi più leggeri, come il Pinot Noir o il Chianti, hanno un contenuto calorico medio di circa 135-165 calorie per calice.
  5. Vino frizzante: i vini frizzanti, come il Prosecco o lo Champagne demi-sec, hanno una quantità di calorie simile allo champagne, con una media di circa 90-100 calorie per calice.

Ricorda che questi valori possono variare in base al produttore e alle specifiche del vino. È sempre consigliabile leggere le informazioni nutrizionali specifiche sulle etichette dei vini per avere una valutazione accurata delle calorie.

Vino e dieta possono convivere?

Il vino può essere parte di una dieta equilibrata e salutare se consumato con moderazione. Anche se contiene calorie, bere vino con moderazione può far parte di uno stile di vita sano. Tuttavia, è importante tenere conto dell'apporto calorico complessivo e delle proprie esigenze caloriche giornaliere. È fondamentale mantenere una moderazione nell'assunzione di alcol e bilanciare l'apporto calorico complessivo con una dieta equilibrata e uno stile di vita attivo.

Come scegliere un vino con meno calorie per la tua dieta

Se desideri scegliere un vino con meno calorie per la tua dieta, puoi prendere in considerazione i seguenti suggerimenti:

  1. Opta per vini bianchi secchi o rosati secchi anziché vini dolci o liquorosi, che tendono ad avere un contenuto calorico più elevato.
  2. Cerca vini con un contenuto alcolico più basso, poiché l'alcol contribuisce alle calorie totali del vino.
  3. Leggi le informazioni nutrizionali sull'etichetta del vino, quando disponibili, per avere una stima delle calorie.
  4. Limita le porzioni e bevi con moderazione. Un calice standard di vino è solitamente considerato di 150 ml.

Ricorda che la scelta di un vino con meno calorie non dovrebbe sostituire una dieta equilibrata e uno stile di vita sano.

Cosa significa birra doppio malto

La birra è una bevanda preparata fermentando il malto ottenuto dalla germinazione di cereali, in prevalenza orzo, nella maggior parte delle birre utilizzato esclusivamente. In Italia esiste la birra doppio malto, una dicitura che ha però un significato quasi esclusivamente legale, in quanto è correlata alla modalità di tassazione sulle birre introdotta in Italia negli anni ’60 del ‘900.

Caratteristiche di una birra doppio malto

Anche se la dicitura “doppio malto” può non essere chiara, essendo utilizzata da vari decenni ha acquisito delle caratteristiche specifiche. In particolare una birra doppio malto è solitamente abbastanza alcolica e ha un colore ambrato. Un esempio di questa tipologia ce lo propone la birra Menabrea con la sua doppio malto a 7,5% di alcol, un colore leggermente ambrato e un profumo pieno e ricco, con il malto a farla da padrone, accompagnato da aromi speziati e caldi. La dicitura “doppio malto” però non indica un preciso stile brassicolo, quindi è possibile trovare bottiglie con questa indicazione che contengono birre dalle caratteristiche più varie e particolari. Sulla bottiglia di Menabrea doppio malto, ad esempio, sarebbe possibile scrivere anche Dopplebock, che è di fatto lo stile brassicolo con cui è stata preparata questa birra a bassa fermentazione.

Il significato di “doppio malto”

Come detto, si tratta di una definizione legale; negli anni ’60 è infatti stata approvata in Italia una legge che riguardava la tassazione sulla birra, una delle bevande fermentate che nel nostro Paese costringe i produttori a saldare tasse più elevate. Per distinguere le birre il legislatore si basò sul grado alcolico e sui gradi Plato, che indicano la percentuale di zuccheri presenti nel mosto, prima della fermentazione. Più questi ultimi sono elevati e maggiore è lo zucchero presente nella soluzione a base di estratti di malto, prima che i batteri del lievito comincino la fermentazione, creando quindi un fluido più denso. In effetti questa caratteristica del mosto gli consente di raggiungere una gradazione alcolica più elevata; occorre, però, ricordare che tecnicamente la definizione burocratica “doppio malto” può essere usata per tutte quelle birre che presentano una gradazione alcolica superiore al 3,5%, con un grado Plato superiore a 14,5. Quindi di fatto esistono anche birre che possono essere denominate doppio malto con una gradazione alcolica non elevatissima.

Più malto, più aromi?

Visto che si tratta di una definizione puramente burocratica, non è detto che una birra doppio malto risulti più aromatica, più profumata o più scura rispetto a una che non si può fregiare di questa definizione. Nella prassi le birre descritte come doppio malto sono solitamente ambrate, ma potrebbero benissimo esserci birre che potrebbero essere così definite secondo i termini di legge, ma dal colore chiarissimo, le cosiddette bionde. Questo perché il colore della birra è dato soprattutto dall’eventuale tostatura cui è stato sottoposto il malto prima della preparazione del mosto. Anche per quanto riguarda il gusto, questo dipende da una lunga serie di fattori; dipende sia dal tipo di malto, sia dalla sua tostatura, sia dall’aggiunta nel mosto di luppolo, nelle prime fasi della fermentazione o solo alla fine della stessa. Nelle birrerie italiane però si può andare sul sicuro, una birra definita doppio malto sarà quasi certamente ambrata e offrirà un gusto speziato e corposo.

Scatole per alimenti personalizzate con logo: come progettarle

Ti è mai capitato di ordinare del cibo a domicilio e di ritrovare casa circondata da scatole che fino a qualche minuto fa contenevano cibo?

Queste "scatole" che contenevano un'italianissima pizza, un’orientale pokè o il classico hamburger da fast-food, si saranno sicuramente accumulate mentre tu eri con la pancia piena e il packaging contornava prelibatezze. Questi ultimi, non sono altro che scatole per alimenti, una soluzione per conservare il cibo in modo impeccabile ma non solo!

Come tutte le scatole per alimenti che si rispettino, possono (e devono!) essere un biglietto da visita perfetto! Come? In questo articolo lo scoprirai.

SCATOLE PER ALIMENTI: COSA SONO

Partiamo dalle basi. Le scatole per alimenti sono contenitori utilizzati per confezionare, proteggere e trasportare cibo e bevande. Attualmente, ci sono molti contenitori disponibili, innovativi o classici, in diverse forme, dimensioni e materiali, a seconda delle esigenze dell'azienda alimentare e delle preferenze del consumatore.

Quasi ogni giorno facciamo esperienza di packaging legati al cibo. Le scatole per alimenti, lo suggerisce il nome stesso, sono molto utilizzate nel settore della ristorazione e della gastronomia, sia per il take away che per il delivery – come abbiamo preso in esempio a inizio articolo. Grazie alle scatole per alimenti, è possibile conservare e trasportare in sicurezza cibi e bevande senza sprecare tempo e risorse.

Le scatole per alimenti possono essere realizzate in vari materiali; ad esempio, le scatole in cartone sono leggere, economiche e personalizzabili, ma non sono adatte a contenere cibi umidi o grassi.

Ma a proposito di personalizzazione…

Le scatole per alimenti possono quindi essere personalizzate con il logo? Certo, ovvio che si! Questo è un modo efficace per promuovere la marca e migliorare la visibilità del prodotto!

SCATOLE PER ALIMENTI PERSONALIZZATE

Le scatole per alimenti personalizzate hanno tutti quegli elementi essenziali per farsi riconoscere nell’immediato.

“I’m Loving It!” se la stai leggendo canticchiando, allora il logo sulla confezione lo hai ben presente nella tua mente.

Questi dettagli apparentemente solo grafici sono, per le aziende che operano nel settore alimentare e della ristorazione, elementi indispensabili. Il branding, infatti, è un fattore chiave per il successo dell'azienda, e le scatole per alimenti personalizzate rappresentano una grande opportunità per promuovere il marchio in modo efficace ed economico. Avere un logo, poi, (e quindi avere la possibilità di avere scatole per alimenti personalizzate) fa sì che l'azienda possa comunicare la propria identità visiva e i valori del marchio in modo immediato e diretto. Il design delle scatole per alimenti può essere personalizzato in base alle esigenze dell'azienda e alle preferenze del consumatore, creando un'esperienza di acquisto completa e soddisfacente.

COS’E’ UN LOGO

“Un logo è un simbolo, un'immagine o un marchio grafico che rappresenta un'azienda, un'organizzazione o un prodotto.”

Il logo, dunque, è un elemento che aiuta a farti fare scacco matto nel marketing, ma saperne creare uno ad hoc per le scatole per alimenti personalizzate è importante; il design deve essere accattivante, e deve preferibilmente riflettere come uno specchio quale è l'immagine che il brand vuole comunicare. Ecco perché di seguito troverai alcuni consigli per aiutarti a progettare le tue scatole personalizzate con logo.

  • Come elemento di design, la creazione di un logo è un processo creativo che richiede una pianificazione e una progettazione attenta. Si parte con il brainstorming di idee, bozze che da idee diventano disegni, ricerche e analisi e si inizia a far luce su quel simbolo che si avvicina di più a quello che le parole non possono dire.
  • Il colore: perché se il colore è emozione è anche un elemento cruciale nel packaging;  vedere una palette comporta un forte impatto sulla nostra esperienza visiva de questo può influenzare la mia decisione d’acquisto.
  • Il font, che ha alla base il medesimo principio del colore: emozione e attenzione. La scelta del font giusto può influenzare ciò che vediamo in un packaging e la percezione del prodotto; è importante scegliere un font che sia facilmente leggibile.
  • Raffinare e testare il logo, che è una fase di prototipazione durante la quale il logo viene mostrato a persone che non sono coinvolte per ottenere feedback.

PACKLY: IL PARTNER PER CREARE SCATOLE PER ALIMENTI PERSONALIZZATE

Se vai sul sito Pack.ly troverai il partner ideale per la progettazione e la produzione di scatole per alimenti personalizzate con logo. Packly, infatti, offre un'ampia gamma di soluzioni di packaging per il settore alimentare, con la massima qualità e personalizzazione a prezzi competitivi. Con Packly puoi creare scatole personalizzate in modo rapido e semplice utilizzando il software di progettazione; basta scegliere il modello, inserire le dimensioni di cui hai bisogno e caricare grafica e logo. Il gioco è fatto! Ecco pronto il tuo packaging alimentare personalizzato in pochi, semplici e veloci passi.

5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino

Come ogni investimento, anche quello di una cantinetta vino potrebbe generare qualche dubbio prima dell’acquisto. Ma a pensarci bene, i vantaggi valgono assolutamente la spesa, soprattutto se amate degustare i vini nel migliore dei modi. Temperatura, umidità e corretta posizione sono tre elementi chiave per la buona conservazione del vino. Senza di essi, le proprietà organolettiche andranno perdute, mandando all’aria qualsiasi vostro investimento.

5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino

Non siete ancora convinti? Continua a leggere, scoprirete 5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino per la vostra casa.

  1. Bottiglie protette da ogni danno

Ma non basta un semplice portabottiglie vino per conservare le proprie bottiglie in casa? Potrebbe essere una soluzione, ma avate pensato agli svantaggi?

Un portabottiglie, per quanto solido possa essere, è sempre soggetto a vibrazioni e oscillazioni. Oltre alla possibilità che una bottiglia cada a terra e si rompa, c’è sempre da considerare che un vino, per essere ben conservato, dovrebbe ricevere meno spostamenti possibili.

Ma non è tutto, una cantinetta vino può proteggere le vostre bottiglie dai raggi solari, essendo dotata di un vetro anti UV. Infine, c’è da considerare che i modelli migliori, come le cantinette Bodega, permettono di posizionare le bottiglie nella giusta inclinazione. In questo modo il tappo sarà sempre umido al punto giusto e non si correrà il rischio che entri dell’ossigeno nella bottiglia.

  1. Vini sempre pronti per una degustazione

Vi siete mai trovati nella situazione di avere ospiti a cena e di scoprire di aver dimenticato i vini fuori dal frigorifero? Una situazione piuttosto spiacevole, soprattutto se si tratta di una bottiglia pregiata con la quale volevate fare una bella degustazione in compagnia.

Avere una cantinetta vino vuol dire avere vini sempre pronti al consumo. Esistono anche particolari modelli, come quelli che trovate su cantinettavino.it, regolabili con temperature differenti per ogni ripiano. In questo modo potrete tenere temperature più basse per i vini bianchi e più alte per quelli rossi. Non dimenticare l’umidità! Una buona cantinetta vino consente di mantenere i suoi valori al di sopra del 50%, evitando così che i tappi si secchino troppo. In un portabottiglie il tuo vino sarà invece costantemente esposto a sbalzi termici e subirà processi di degrado a seconda delle stagioni troppo calde o troppo fredde.

  1. Ottimizzazione dello spazio

Quante volte avete desiderato avere una cantina dove raccogliere la vostra collezione di vini? Purtroppo non sempre è possibile averne una, soprattutto se si abita nell’appartamento di un palazzo. Allo stesso tempo, sapete ormai bene che utilizzare un semplice portabottiglie non è un’ottima idea se possedete bottiglie di un certo valore. Anche in questo caso, la cantinetta vino si rivela un’ottima soluzione. Ne esistono infatti di infiniti modelli, ognuno con una sua capienza differente. In questo modo potrete decidere se prendere un modello compatto dove conservare poche bottiglie di qualità, oppure una cantinetta più grande da sfruttare per stoccare l’intera vostra collezione.

In entrambi i casi, avrete a casa vostra un elettrodomestico funzionale e indispensabile per le vostre serate eno-gastronomiche.

  1. Stop ai cattivi odori

Sapete qual è uno dei nemici peggiori di un vino? Gli odori forti. Infatti, ogni vino ha le sue caratteristiche: un odore soave e delicato, o un sapore fruttato e aromatico. La presenza di odori, buoni o cattivi che siano, vanno a mutare le caratteristiche organolettiche di un vino, rovinandolo per sempre. Basta pensare ai profumi che si creano in cucina quando si prepara un piatto di carne o di pesce, o ai cattivi odori derivati da una recente verniciatura delle pareti. Tutto questo va a rovinare l’equilibrio del vino, che perderà non solo il suo gusto caratteristico ma anche il suo valore. Le cantinette vino migliori sono dotate di un filtro al carbone attivo. Si tratta di un filtro che mantiene l’aria interna sempre pulita e priva di odori.

  1. Il pianeta ringrazia

Infine, parliamo di un ultimo vantaggio, in realtà molto più importante di quel che si potrebbe pensare. Spesso infatti si sottovaluta l’impatto che i nostri piaceri hanno sul pianeta, tema che ad oggi dovrebbe essere ancora più importante.

In effetti, avere una cantina ha i suoi vantaggi ed è esteticamente affascinante per chi ama collezionare bottiglie pregiate. Tuttavia, mantenere costanti i valori di temperatura e umidità in una stanza di grandezza intermedia, ha i suoi costi. Per costi non si intende solo economici, ma soprattutto ambientali! Quanta energia potresti risparmiare se, al posto di un impianto di aerazione, aveste un semplice elettrodomestico in casa? Le cantinette vino sono ormai sempre più sofisticate e con lieve aumento di prezzo potrete acquistare un modello di classe energetica A o superiore. Questo vi farà risparmiare sulle bollette ma soprattutto contribuirà ad un mondo più ecologico.

Pronti a comprare la vostra nuova cantinetta vino? Non vi resta che scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze!

 

Case d’Alto, quando l’amore per la terra regala i frutti più buoni

"Il vino è per l'anima ciò che l'acqua è per il corpo" . Con questa affermazione Mario Soldati, il popolare regista e scrittore, voleva espletare al meglio quello che rappresenta il vino. Infatti, intellettuali e scrittori si sono sempre espressi per esaltare la qualità e la bontà del nettare di bacco, una delle eccellenze indiscusse del patrimonio nazionale, fiore all'occhiello di un territorio che, da Nord a Sud, produce solo bottiglie di prestigio. Case d'Alto è un'azienda agricola situata nell'Irpinia, storica rappresentante di una zona vocata alla vinificazione che, di generazione in generazione, è in grado di esprimere al meglio tutto l'amore per la terra e i suoi frutti.

 

L'azienda e la sua filosofia

Un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, è questo il punto di forza dell'azienda, il cui nome deriva da una vigna ultracentenaria che la bisnonna degli attuali proprietari decise di acquistare, spinta dall'amore e la passione per la terra, nonché il desiderio di produrre vini di alta qualità. Attenzione e meticolosità sono le peculiarità che caratterizzano l'azienda agricola situata tra le dolci colline dell'Irpinia in un territorio unico, beneficiato dal clima e dal terroir favorevole alla coltivazione della vite. Essere al passo con i tempi, pur rimanendo fedeli alle tecniche produttive di una volta: è questa la prerogativa dell'azienda. Sul sito web www.casedalto.it è possibile effettuare un percorso virtuale in grado di fornire tutte le informazioni necessarie. Fiano d'Avellino, Taurasi e Aglianico sono i vitigni prodotti e commercializzati dall'azienda perché l'obbiettivo unico è quello di valorizzare e rendere merito a una terra preziosa in grado di regalare solo l'eccellenza. Tutte le etichette sono certificate IGT, DOC E DOCG a dimostrazione di un lavoro che ha nella cura dei dettagli la sua caratteristica migliore. L'azienda si avvale dal 2018 della certificazione biologica, in quanto ogni fase della produzione, dalla vigna alla cantina, si svolge nel massimo rispetto della natura, limitando al minimo l'intervento di macchinari ed evitando l'utilizzo di fitofarmaci dannosi per l'essere umano e l'ambiente. Si evince, pertanto, che nel momento in cui si visita il sito casedalto.it il nostro sguardo viene catturato dalla cura e dalla bellezza di un'azienda moderna che ha a cuore il benessere dei lavoratori e del pianeta e la qualità dei suoi prodotti.

 

I vitigni, il territorio, le bottiglie

L'evoluzione non può essere tale senza il rispetto per le radici, per la storia, per le persone che ne hanno fatto parte. I vitigni tipici del territorio dell'Irpinia hanno un sapore antico, come l'Aglianico le cui origini provengono dal popolo greco e che in seguito al dominio nell'Italia meridionale è stato trapiantato nell'Appennino. La pianta si adatta perfettamente in ogni microclima e territorio, ma predilige i terreni calcarei e argillosi in quanto più ricchi di minerali. Dall'Aglianico si realizza l'Eclissi Irpinia Aglianico DOC, un vino dal color rosso rubino, consistente e ben strutturato dal sapore intenso e piacevole grazie anche alle note balsamiche. Un vero percorso sublimale che cattura tutti i sensi degli estimatori e non solo.
Il Fiano d'Avellino è un vitigno autoctono tipico di 26 comuni della provincia Irpina che predilige l'esposizione a Sud/Est e Sud/Ovest e i terreni argillosi e calcarei. Il Macerato Campania Fiano IGT è un vino di bacca gialla ottenuto solo da uve Fiano dopo una macerazione sulle bucce di 45 giorni. Al naso si presenta fruttato, grazie alla presenza di frutti quali pesca e albicocca, insieme ad un'intensa percezione floreale che conquista il palato di tutti.
Il Taurasi si ottiene dall'invecchiamento dell'Aglianico e costituisce uno dei vini rossi d'eccellenza della nostra penisola. Solo in seguito a 3 mesi di affinamento obbligatorio, di cui 1 in botti di legno si può ottenere il Taurasi DOC, mentre per il DOCG sono necessari 18 mesi. Il risultato è quello di un vino intenso, gradevole e armonico come il Taurasi Riserva Case d'Alto DOCG, adatto a chi ama i piaceri forti e nel contempo morbidi. Un vino caldo dai sentori balsamici e fruttati indicato per accompagnare i primi piatti di carne e gli arrosti.

Il vino è l'espressione più elevata del piacere, la bevanda per eccellenza, quella che accompagna ogni genere di pasto, La cura per i dettagli, la sapienza, l'amore e la dedizione sono quindi caratteristiche da non trascurare e che l'azienda Case d'Alto ha ben sviluppato al fine di creare etichette che siano l'espressione più autentica del territorio. L'azienda agricola è sempre lieta di accogliere i visitatori con gentilezza e calore al fine di assaporare i prodotti ed effettuare un percorso sensoriale che possa catturare l'attenzione e il palato di chiunque.

Franciacorta: la terra delle bollicine

Se c’è una terra delle bollicine per eccellenza nel nostro Paese, questa non può che essere individuata nella Franciacorta. Stiamo parlando di una regione della Lombardia che non è solo sinonimo di vino, ma anche di storia. E, infatti, ecco una produzione vitivinicola di eccellenza, che è il risultato di un viaggio nel tempo che si compone di vere e proprie invenzioni, di scoperte e di ricerche. Si tratta di una vera innovazione, ma anche di una storia che tutti gli amanti del vino dovrebbero conoscere. In primis, è utile specificare che la Franciacorta si trova tra Brescia e il lago d’Iseo, in Lombardia.

La Franciacorta

Quello della Franciacorta è un territorio che da lungo tempo si contraddistingue per la presenza di monasteri importanti. In particolare, è utile menzionare il monastero di Santa Giulia di Brescia, che un tempo era noto come monastero femminile di San Salvatore: a fondarlo fu, nel 753, il re dei Longobardi Desiderio insieme con la sua consorte Ansa. È al 766, in effetti, che risale la prima testimonianza storica che riguarda questa proprietà. In generale, in Franciacorta gli enti monastici sin da prima dell’anno Mille hanno offerto un prezioso contributo, tramite i propri possedimenti, alla creazione e allo sviluppo di una società rurale che è molto legata alla vite e alla sua coltura, complici le condizioni pedologiche e climatiche favorevoli.

La storia del territorio

La Franciacorta è stata anche sede di diverse battaglie: si racconta che Dante Alighieri si sia rifugiato proprio da queste parti in occasioni degli scontri fra ghibellini e guelfi. E in più vanno menzionate le guerre fra Francia e Repubblica di Venezia, per le quali sono diventati celebri i vespri di Franciacorta risalenti al 1509. E venendo a tempi relativamente più recenti, non ci si può dimenticare delle lotte risorgimentali. Insomma, si tratta di un territorio dalla storia importante, dove regni diversi si sono alternati senza che ciò mettesse a repentaglio la vocazione vitivinicola del posto. C’è unanimità fra gli storiografi nel trovare nel 1277 la data della prima volta in cui comparve il nome Franzacurta. Si tratta di una denominazione che richiama le corti franche, vale a dire le corti in cui non si pagavano le tasse. La Franzia Curta è sempre stata una zona di valore per i rifornimenti di vino non solo per Brescia, ma soprattutto per la Valtrompia, per la Valcamonica e per la valle padana.

La produzione di Franciacorta

Oggi i vini franciacorta possono essere comprati comodamente anche su Internet, per esempio attraverso il sito di My Wine Store, che è una enoteca online di comprovata affidabilità ed esperienza. Ma come vengono prodotti i vini Franciacorta? Va detto che il metodo di riferimento prevede delle caratteristiche ben precise e alquanto restrittive. Per esempio, le bottiglie devono essere chiuse per mezzo di tappi in acciaio inox provvisori su cui deve essere apposto il logo F. Inoltre, è necessario che le uve siano raccolte a mano, e che per la produzione di vino di base si possa impiegare unicamente il mosto che si ricava dalle prime due pressature. Un altro requisito da cui non si può prescindere è che i vini che si ottengono dalla fermentazione siano travasati e poi stoccati, una volta che sono stati filtrati, all’interno di botti o vasche. La sola eccezione in tal senso è rappresentata dalle uve Pinot Nero, che vengono separate immediatamente dalla buccia per consentire la vinificazione in bianco.

Che cosa prevede il Metodo Franciacorta

Dopo che la cuvèe è stata assemblata, si aggiunge al vino il cosiddetto sciroppo di tiraggio: si tratta di una soluzione di lieviti attivi e zucchero che favorisce una seconda fermentazione. In seguito, le bottiglie sono disposte in senso orizzontale per la presa di spuma in cantina. È durante questo lasso di tempo che i lieviti che sono rimasti vanno a depositarsi sul fondo della bottiglia. Le tecniche di scuotimento e di sboccatura vengono utilizzate per rimostare i lieviti. Poi dopo che le bottiglie sono state sboccate è possibile rabboccarle con altro vino o con il dosaggio, che è una soluzione zuccherina da cui dipende il livello di dolcezza o di secchezza. Infine, non può mancare la fascetta che riporta la scritta Franciacorta DOCG.

A che temperatura va conservato e servito il vino?

La qualità e le caratteristiche organolettiche di un vino dipendono da diversi fattori, quali la qualità delle uve, le tecniche di vinificazione, i materiali utilizzati, ma anche dalla temperatura. Infatti, sia la temperatura di conservazione che quelle alle quali il vino viene servito, influenzano in modo evidente le caratteristiche organolettiche del vino.

Ad ogni vino quindi corrisponde la sua temperatura ideale di conservazione e di servizio, che non deve essere quindi né troppo bassa né troppo alta.

Sicuramente un vino bianco avrà bisogno di una temperatura più fredda rispetto ad un vino rosso invecchiato che ama la temperatura ambiente. Per questo motivo, non è corretto conservare il vino al frigorifero, che lavora solitamente ad una temperatura troppo bassa, ma se non si ha a disposizione una cantina, sarebbe meglio procurarsi una cantinetta vino, dove è possibile regolare la temperatura così da ricreare l’ambiente ideale per tutte le tipologie di vino.

A quale temperatura conservare e servire il vino?

Uno dei fattori chiave che permette la corretta maturazione di un vino, è la temperatura di conservazione. Infatti, i vini non vanno conservati tutti alla stessa temperatura. Oltre alla scontata differenza tra vini rossi, vini bianchi, rosé e frizzanti, nelle stesse macro-categorie le temperature differiscono a seconda che si tratti di un vino invecchiato oppure un vino più giovane.

Ma precisamente, a quali temperatura vanno conservati i vini?

I vini rossi non amano particolarmente il freddo e prediligono temperatura più alte, le quali oscillano dai 12 ai 18 gradi. Qualcuno di questi vini richiede temperature un po più basse, tra i 10 ed i 12 gradi, ma generalmente la temperatura di conservazione non deve essere mai più bassa di 11° e più alta di 18° o al massimo 20°C. Precisamente, possiamo dividere i vini rossi in due categorie:

  • I vini rossi giovani: i quali contengono meno tannini, vanno serviti a temperature più basse, comprese tra i 14 ed i 16 gradi, così da esaltare le caratteristiche più fruttate e di freschezza floreale;
  • I vini rossi invecchiati: quest’ultimi contengono più tannini, e per sprigionare la loro complessità organolettica, necessitano di temperature più alte, comprese tra i 16 ed i 18 gradi.

Anche i vini novelli, essendo poveri di tannini, possono essere tenuti a temperature più fresche senza perdere le loro qualità, anche se è consigliato non scendere sotto i 12° C e non andare oltre i 14° C.

Il vino bianco invece, si conserva molto bene ad una temperatura inferiore, ma comunque più alta rispetto ai 6°-7°, ovvero la normale temperatura di un frigorifero.

Quindi a meno che non si disponga di una cantinetta frigo, in grado di mantenere i vini alla temperatura ideale, è meglio tirar fuori le tue bottiglie dal frigo ed aspettare qualche minuto, prima di servire il tuo vino bianco ad una temperatura compresa tra gli 8 ed i 12 gradi. Anche in questo caso, esistono due categorie di vini bianchi:

  • I vini bianchi giovani e freschi, i quali vanno bevuti entro pochi mesi dall’imbottigliamento, e vanno serviti entro un range di temperatura compreso tra gli 8 ed i 10 gradi.
  • I vini bianchi più strutturati che, essendo più maturi, necessitano di una temperatura un pochino più alta e compresa tra i 10 ed i 12 gradi.

I vini rosé hanno un po’ le caratteristiche dei bianchi ed un po’ quelle dei rossi e per questa ragione vanno serviti ad una temperatura compresa tra i 12 ed i 14 gradi, ovvero intermedia tra la temperatura di servizio dei bianchi e quella dei rossi.

Infine, i vini frizzanti sono quelli che per esprimersi al meglio hanno bisogno delle temperature più basse. Anche in questo caso possiamo dividere i vini con le bollicine in due categorie, quelli più giovani che necessitano di una temperatura più bassa, e compresa tra i 4 ed i 6° C, mentre prosecco, spumanti e champagne che essendo più maturi vanno tenuti in un range di temperatura compreso tra i 6 e gli 8 gradi.

Quindi conservare il vino al frigo, non è mai una buona idea. Ogni vino necessita di una determinata temperatura per sprigionare tutte le proprie caratteristiche organolettiche e rendere piacevoli le tue degustazioni.

Le ricette e i cocktail con Gin Mare

Gin Mare è il primo gin mediterraneo che rappresenta una vera delizia per gli appassionati del genere. Uno dei cocktail più buoni che si possano preparare con questo gin è il Med in the City, che aggiunge un finale croccante a meravigliose note agrumate. Per prepararlo servono 50 ml di Gin Mare, 15 ml di succo di limone, 15 ml di gum syrup, 10 ml di Tio Pepe Sherry, 3 foglie di basilico fresco e 2 dash di Bitter all’arancia. Per chi, invece, ama i sapori floreali e dolci, il cocktail da realizzare con Gin Mare è Aviation Gin & Tonic: in questo caso servono 50 ml di Gin Mare, 5 ml di succo di limone, 15 ml di liquore alla violetta, 200 ml di acqua tonica e 5 ml di liquore al maraschino.

Che cos’è il Gin Mare

Il Gin Mare è originario della Spagna, e più precisamente di Vilanova I La Geltru, una piccola località situata a pochi passi da Barcellona, affacciata sulle acque del mar Mediterraneo. La distilleria iberica realizzò il suo primo gin agli inizi degli anni ’40 del secolo scorso. A più di 80 anni di distanza, il Gin Mare continua a essere uno dei gin più venduti in Spagna. Frutto di continue ricerche e sperimentazioni, il Gin Mare contiene varie erbe botaniche ed è stato sviluppato con la collaborazione della Global Premium Brands.

Come viene realizzato questo gin

A Vilanova I La Geltru il famoso Gin Mare viene prodotto con un alambicco fiorentino da 25 litri. È di non meno di 4 ore la durata del processo di distillazione, che è preceduto da quasi un anno di maturazione degli agrumi, mentre le erbe botaniche vengono lasciate in infusione per 36 ore. La distillazione viene effettuata 200 litri alla volta, mentre gli scarti toccano i 100 litri. Il passaggio conclusivo consiste nell’aggiunta di spiriti neutri e acqua nel corso delle distillazioni, che in tutto sono sei.

Perché Gin Mare è un gin mediterraneo

L’attributo di mediterraneo per il Gin Mare è stato assegnato a ragion veduta. Infatti, risaltano al naso i diversi odori caratteristici della zona, con una varietà davvero ampia di erbe botaniche che oscillano tra le foglie di oliva e il rosmarino, passando per il timo e il ginepro. Quello che si sperimenta è un tocco al palato davvero originale e speciale, con la brezza marina fresca che viene rievocata in maniera istantanea dall’accento saporito e aromatico. Il consiglio è di gustare il Gin Mare con i cocktail migliori a base di gin, come per esempio il London Mule e il Gin Mare Tonic.

Dove si compra

Per comprare online il Gin Mare si può fare riferimento al sito web dei Fratelli Mazza, marchio noto in tutta la Sicilia per la sua lunga esperienza maturata nel settore dei vini e dei distillati. Una caratteristica peculiare di questa azienda è la ricerca di produzioni poco note, ma di valore assoluto, secondo l’idea di voler scoprire le eccellenze siciliane, italiane e internazionali per diffonderle e farle conoscere. Fratelli Mazza attualmente si rivolge sia al mercato italiano che a quello internazionale; il suo staff nutre una profonda passione nei confronti del vino e di tutte le novità del settore, con la consapevolezza che l’universo del bere richiede un impegno costante e competenze specialistiche.

La fermentazione e l’affinamento

Gin Mare, che è disponibile nel formato da 70 cl e ha una gradazione del 43%, viene realizzato con spezie che arrivano dalla Turchia, dalla Grecia, dall’Italia e dalla Spagna. La sua fama deriva, tra l’altro, dalla sua personalità mediterranea e al tempo stesso speziata, che richiama i profumi costieri dei pini marittimi e degli agrumi, ma anche delle piante di pomodoro, del ginepro, del basilico, delle olive e del rosmarino. Il naso è pervaso da una sensazione gradevole, con una bottiglia artigianale e pura che trasmette le sensazioni del mare.

La storia dei vini toscani

In questo articolo vi portiamo alla scoperta della storia dei vini toscani, un pezzo della tradizione italiana.

Ti sei mai chiesto come è nato il vino in Italia? Ne conosci la storia? Ogni parte d’Italia sicuramente ha la sua ma in questo articolo voglio portarti alla scoperta della storia dei vini toscani, tra cui incontriamo Frescobaldi vini, vini importanti che ad oggi sono conosciuti non solo sul territorio nazionale ma anche sul territorio internazionale. Andiamo perciò ad approfondire questo argomento nelle prossime righe.

Tutto ebbe inizio con gli Etruschi

La storia dei vini toscani è molto antica infatti si stima che la creazione dei primi vigneti sul territorio toscano sia dovuto agli etruschi che portarono la viticoltura nel lontano 500 a.C. in quello che all’epoca era chiamato Etruria. Furono poi i romani a svilupparla maggiormente e ad incentivarne lo sviluppo rurale. Per vederlo però diffondersi veramente dobbiamo arrivare all’anno mille quando grazie ai monastici dei Benedettini e dei Vallombrosani la viticoltura divenne molto popolare.

Cosa crearono i monaci?

I monaci furono veramente un tassello importante nella storia dei vini toscani perché si impegnarono nella creazione di piccole attività produttive che avevano il compito di rifornire le scorte dei vescovati che durante quegli anni, parliamo perciò del Medioevo, furono colpiti duramente dalla povertà.

La vera svolta

Fu però poi nel 1282 che ci fu la vera svolta perché sempre nel territorio toscano, più precisamente a Firenze fu fondata l’arte dei Vinattieri ossia una vera e propria società che si occupava di amministrare il commercio del vino, non solo nella città ma anche nel contado fiorentino.

500 anni dopo e le prime 4 zone protette

Dopo circa 500 anni, precisamente nel 1716, fu emanato un importante bando dal granducale di Cosimo III che determinava la protezione di 4 zone vinicole: Chianti, Carmignano, Pomino, Valdarno Superiore. Immagino che non ti risultano nuovo, anche perché formano ancora oggi l’attuale Denominazione di Origine.

Furono consacrati i primi vini nel XIX secolo

Arriviamo poi alla consacrazione dei primi vini, il primo fu l’uvaggio chiantigiano, a seguire il Sangiovese presente sul Canaiolo nero e sulla Malvasia. Nel frattempo però si continuavano le sperimentazioni e si cercava di adattare le vigne francesi al territorio toscano.

Arriviamo ai giorni nostri: Arriviamo poi agli anni recenti con il 1963 e i primi riconoscimenti importanti:

  • La Vernaccia di San Gimignano viene riconosciuto marchio DOC.
  • Brunella di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano ricevono il marchio DOGG.

A partire dagli anni 80 vennero introdotti nuovi metodi e soprattutto si cominciò a sperimentare l’uso di vigneti di altre regioni per produrre un unico vino. Venne così riscoperto gran parte del territorio che fino ad allora era magari destinato ad altro uso o in totale disuso come ad esempio la costa tirrenica.

I vini toscani oggi sono una garanzia sia sul territorio italiano che mondiale.