Vino e innovazione

Il confezionamento e la riconoscibilità delle bottiglie cono tra le maggiori innovazioni del prodotto.

Sempre più numerose sono le etichette intelligenti in grado di certificare l’autenticità del prodotto per mezzo di un Qrcode stampato con dei segni identificativi unici e non riproducbili oppure dotate di chip Nfc per fornire informazioni sul prodotto e sul produttore. Se il chip Nfc viene inserito nel tappo è possibile capire se la bottiglia sia stata aperta precedentemente o rabboccata, e le condizioni di trasporto e conservazione.

In un’azienda agricola californiana esiste una produzione molto tecnologica: il vino fermenta dentro una cava, all’interno di cisterne che vengono controllate in tempo reale da un sistema di densitometria austica. Le informazioni che vengono raccolte danno origine ad un enorme flusso di dati che viene visualizzato in una sala paragonabile a quella de una base astronautica, questo permette di capire ogni minima variazione di temperatura interna al mosto e correggerla dove può essere necessario.

L’innovazione tecnologica parte già fin dalla radice della vite: ci sono nuovi corroboranti di origine naturale, che migliorano la resistenza della pianta e le sue capacità di nutrirsi.

Dei sensori posti lungo il vigneto possono aiutare a tenere sotto controllo i parametri ambientali e la presenza di insetti.

Ottimo è l’utilizzo degli scarti: dalla fermentazione di una tonnellata di vinacce l’Universita’ di Adelaide è riuscita a ottenere fino a 400 litri di bioetanolo per utilizzare come combustibile, e altri resti possono essere utilizzati come fertilizzanti o cibo per animali. Utilizzo ottimale visto che ogni anno si producono 13,4 milioni di tonnellate di vinacce e che gran parte vengono di questi vengono distrutti.

Frivolo è l’innovazione in tavola del vino . Sono cambiati gli schemi di apparecchiatura della tavola: i ristoranti hanno sostituito la loro cristalleria adattandola alle esigenze dei consumatori che sono sempre più esigenti e desiderano bere il vino in calici adatti, trasparenti con coppe allungate e meno ampie.

Il bicchiere dell’acqua è diminuito d’altezza fino a diventare una coppa distinguendosi dai calici del vino.

Per accentuare la diversità dai cristalli destinati ai diversi vini e champagne, il contenitore per l’acqua è colorato in abbinamento con la tovaglia o con i fiori del centrotavola.

Può essere anche troppo pignolo seguire queste indicazioni, ma anche il bon ton deve seguire l’innovazione dei tempi e sarebbe opportuno che i libri di testo utilizzati dagli studenti delle scuole alberghiere siano modernizzati in modo che gli studenti non si trovino a dover fare in modo completamente diverso quando potranno entrare nel mondo del lavoro.

Il consumo italiano di birra e vino

In Italia, dove il trono è occupato dal vino, la birra sta conquistando i favori dei consumatori.

I produttori di birra stanno facendo un buon lavoro di promozione e di rivalutazione del loro prodotto.

Nei ristoranti, luogo dove il vino è compagno del cibo, insieme alla carta dei vini, comincia ad essere frequente anche la presenza della carta delle birre, non solo servite alla spina, ma anche in bottiglia.

Compagna della pizza, oggi sta diventando anche adatta al cibo.

Il vino continua reggere il confronto, ma è pur vero che ultimamente la distanza tra le due bevande si è ridotta.

Sarà che forse i consumatori stanno cercando altro, e la birra può essere una alternativa.

La birra è certamente meno formale del vino anche se vanta una storia ancor più lunga di quella del vino. I consumatori non vedono nella birra la formalità e la cerimonialità che accompagna il vino. Per esempio se si fa una rapida visita a un qualsiasi supermercato dove c’erano ampi spazi dedicati al vino, oggi si notano zone dedicate alla birra,con un’ampia scelta di tipi, produttori, dalle lattine alle bottiglie per ogni esigenza.

Di certo queste considerazioni non sono frutto della paura di veder tramontare il vino, cosa francamente , piuttosto improbabile, ma la birra è una bevanda nobile e antica, ricca di cultura e che merita attenzione.

Il consumo di birra in Italia sta crescendo: il 64% degli italiani oltre i 15 anni beve birra è comunque un consumo inferiore a quello di Paesi europei come Spagna e Grecia per non parlare della patria dei consumi di questa bevanda, la Germania, dove se ne bevono circa 130 litri a testa.

In Italia sta aumentando la varietà delle birre di fascia alta a testimonianza di un interese diffuso verso un consumo di qualità.

E’ meglio dal punto di vista della salute un bicchiere di vino o di birra?

L’alcol in sé non è da eliminare, dei livelli controllati di alcol aiutano a ridurre i coaguli di sangue che causano l’ictus o gli attacchi cardiaci. Però sempre con moderazione sia che si tratti di vino o di birra.

Uno studio danese ha rilevato che “chi consuma vino regolarmente ha una mortalità più bassa connessa a malattie coronariche” il consumatore di vino preferisce cibi sani come frutta, ortaggi,alimenti con bassi contenuti di grasso , rispetto agli acquirenti di birra che preferiscono accompagnare la bevande con salumi, patatine.

Il vino è però più costoso della birra, quindi la gente tende soprattutto di questi tempi, a privilegiare prodotti purtroppo, economicamente più accessibili .

ENOARTE IN CHINA

EnoArte protagonista in Cina

 

Interwine China 2016 – Dal 20 al 22 maggio 2016

China Import & Export Fair Complex Guangzhou (Cina)

Il  Paese/Continente continua a fare da volano all’economia mondiale e la classe alta/media diventa artefice di un profondo cambiamento socio-culturale. In questo contesto il Made in Italy è ricercato, oltre che copiato, è diventato uno status symbol di classe, dal fashion al food, dall’edilizia alla musica, all’arte, al vino. La Cina continua ad essere il motore del business economico e finanziario mondiale ma anche uno sconfinato serbatoio di start-up e nuove tendenze, una porta spalancata sul futuro.

Obiettivo su Interwine China edizione 2016: La Cantina toscana L’Arco vola in Cina per partecipare alla più importante Fiera di settore in programma a Guangzhou dal 20 al 22 maggio. La Fiera vedrà le cantine italiane impegnate a promuovere le loro eccellenze enoiche pronte a scommettere su uno dei bacini che in soli dieci anni ha visto un incremento del 57% dei consumi di vini fermi, passando dai dieci milioni di ettolitri del 2000 ai sedici milioni del 2013 (fonte: WineMonitor – Nomisma) rappresentando uno dei Paesi target fondamentali per l'export italiano.

La Cinacome afferma Lorenzo Mitola AD della Cantina Toscana L’Arco – e Canton ed Hong Kong in particolare, negli ultimi anni si sono affermate come centri nevralgici per la penetrazione nei mercati di tutto il continente asiatico, da qui la necessità delle nostre aziende di presidiare e tenere sotto la lente d'ingrandimento un mercato in continua evoluzione e che nei prossimi anni si auspica possa essere una delle piazze mondiali più importanti per l'export dei nostri vini.

Ho voluto proporre,  per questa edizione 2016, oltre alla degustazione dei miei vini, anche l’arte attraverso l’uso di questi, infatti sarà presente nel mio stand per cinque performance live l’artista fiorentina Elisabetta Rogai, famosa a livello internazionale per dipingere con il vino, tecnica unica da lei inventata nel 2010; infatti l’artista dipinge utilizzando il vino al posto dei tradizionali colori, in un modo decisamente diverso da ogni tentativo finora provato in quanto il vino invecchia letteralmente sulla tela, parallelamente al vino.

“E’ la terza volta che vengo in Cina – parla l’artista Elisabetta Rogai e sono sempre sorpresa e affascinata dalla vita e dall’enorme movimento di gente che si vede nelle strade e l’interesse che il popolo cinese ha nei confronti degli italiani e dei nostri prodotti, e soprattutto per  la nostra cucina e il vino e, nel mio caso, per la mia tecnica di dipingere con il vino, arte e tecnica che li fa assistere a bocca aperta mentre dipingo, e ho deciso, per questa edizione, di privilegiare  soggetti di cavalli, che mi sono rimasti nel cuore dopo aver dipinto il Drappellone del palio di Siena 2015”

Nella più dinamica città della Cina, che durante l'ultimo quinquennio si è affermata come l'hub di riferimento per la commercializzazione e la distribuzione di vino in tutta l’area Asia-Pacifico ed in Cina, l'Interwine China, nella passata edizione, ha visto la partecipazione di oltre 1.000 espositori ed è stata visitata da oltre 20mila buyer provenienti da più di 80 Paesi, confermandosi un trampolino d'eccezione per introdursi e rafforzare il proprio brand nel mercato asiatico, molto sensibile ai prodotti italiani di alta qualità.

www.villalarco.it

www.elisabettarogai.it