Vino DOP di Puglia: tutto quello che c’è da sapere

Mentre anni fa la produzione vinicola della Puglia si concentrava sulla quantità di bottiglie prodotte, ora, sempre più consapevoli del potenziale della loro terra e delle loro uve, i produttori hanno iniziato a puntare sulla qualità, riconvertendo il territorio e i mezzi utilizzati, così da ottenere non solo dei vini che possono competere con le etichette più famose italiane e non, ma ottenendo anche il primato per la zona italiana dove si trova la più alta concentrazione di terra destinata ai vigneti, confermando quanto questa attività sia produttiva per le aziende del territorio e quanto sia economicamente importante anche per l'indotto che gli ruota attorno, dal vetro per le bottiglie, ai trasporti, dai tappi di sughero alla ristorazione.

I risultati

I risultati raggiunti stanno premiando questo cambio di direzione; infatti, con i 28 vini con Denominazione di origine controllata (Doc), 4 di Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 6 di Indicazione geografica tipica (Igp), si conferma una delle zone italiane più importanti a livello di produzione e qualità del prodotto, e l'aumento dei consensi tra i consumatori lo dimostra, con un trend positivo e in aumento delle vendite, e con sempre più consumatori che hanno iniziato a portare queste bottiglie sulla propria tavola.

Con le sue circa 11.000 aziende agricole e 600 cantine, i vini pugliesi, nonostante le difficoltà degli ultimi anni a livello internazionale, confermano di essere un fiore all'occhiello del nostro paese, con un export in aumento del 9% rispetto all'anno precedente e un quinto posto, a livello nazionale, per numero di etichette certificate.

L'impegno dei vitivinicoltori pugliesi sta premiando, sicuramente aiutati dalla fertilità della terra e dalle varietà autoctone di cui dispongono, hanno saputo sfruttare tutto il potenziale del loro territorio e ne stanno facendo un traino per tutta l'economia agroalimentare italiana.

Le aree vitivinicole

Tutte le zone di questa regione hanno delle caratteristiche che rendono unico e riconoscibile il vino prodotto, coma la Daunia, dove si produce in maniera particolare il bianco, la Murgia Pugliese, dove si producono sia rossi che bianchi o la zona di Taranto, che vanta alcuni dei vini più pregiati.

Molto interessante l'area che va da Brindisi all'Alto Salento o quella di Lecce e del Salento, che vanta numerosi vini Doc, sopratutto provenienti da uve rosse, e dove si produce uno dei rosati più apprezzati dagli abitanti del Nord Europa.

Particolarmente importante la produzione di vini Doc, che per numeri rende la Puglia seconda solo alla Toscana, e che vanta nomi importanti come il Primitivo di Manduria, un vino rosso che ha anche una versione liquorosa e che si ottiene dalle uve Primitivo o il Rosso di Barletta, che si può trovare principalmente nella zona tra Foggia e Bari e che viene prodotto dai vitigni Uva di Troia.

Tra i bianchi si può portare a tavola un Locorotondo, un vino dal gusto molto leggero, prodotto tra Bari e Brindisi che va bevuto giovane e che non ha una gradazione alcolica non molto alta, o il Moscato di Trani, che mantiene la dolcezza delle uve Moscato bianco con cui viene prodotto.

Dove acquistare

Per assaggiare questi vini non è indispensabile andare in un ristorante che ne sia fornito o girare le enoteche nella speranza che vendano queste rinomate etichette, ma ci si può affidare ad internet, tramite dei siti e commerce, come ilvinopugliese.com, che hanno una vasta selezione di bottiglie di tutti i tipi, con delle schede dettagliate da cui si possono ricavare tutte le caratteristiche del prodotto e in cui, a volte, si può approfittare di ottimi sconti per acquistare queste bottiglie da portare sulla propria tavola o da regalare magari proprio in vista delle festività.

Vino biologico come una volta: qualità imbattibile. Le caratteristiche

Cosa significa vino biologico? Ma soprattutto: quali sono le caratteristiche che lo rendono tanto amato e di qualità superba? Prediligere il vino “come una volta” è vantaggioso sotto molti aspetti. Vi raccontiamo gli aspetti unici del vino biologico e perché portarlo (assolutamente) sulle nostre tavole.

La definizione di vino biologico

Il vino biologico, è molto particolare, anche perché proviene da uve coltivate senza alcun utilizzo di agenti chimici di sintesi in vigna, inoltre, presenta un quantitativo di solfiti piuttosto limitato. Anche la vinificazione in cantina prevede un’attenzione e cura elevate, con l’utilizzo di prodotti esclusivamente certificati biologici.

Questa, di fatto, è la definizione ufficiale di vino biologico, a cui facciamo riferimento sin dal 2012, ovvero da quanto è entrato in vigore il regolamento CE 203/2012.

Chiaramente, il vino biologico deve attenersi a requisiti e proprietà ben specifiche: per esempio, il produttore deve assolutamente ottenere la certificazione biologica dell’UE, e l’etichetta del vino presenta sempre il sigillo biologico.

Anche le uve devono provenire dalla coltivazione biodinamica o biologica, ed è assolutamente vietato l’uso di pesticidi ed erbicidi. Per produrre un vino biologico, l’obiettivo è anche quello di seguire linee guida piuttosto rigorose nei confronti dell’ambiente, del clima e delle risorse a disposizione. Un vino “come una volta”, attento al futuro del pianeta.

Caratteristiche organolettiche dei vini biologici

Sono molte le caratteristiche associate al vino biologico: di fatto, la principale è quella di ottenere un vino che esalti al massimo proprio le caratteristiche dell’uva stessa. Il vino “come una volta” risulta così fresco e leggero al palato, e anche il suo livello di bevibilità è unico.

I vantaggi del vino biologico

L’uva biologica è indubbiamente ricchissima di nutrienti, antiossidanti, ma anche sostanze aromatiche: di dimensioni ridotte, il vino, alla fine, risulta molto più aromatico e genuino al palato.

Non solo: anche il livello di acidità è minore, e soprattutto è una caratteristica riscontrata nei vini bianchi, in quanto si va a formare molta meno istamina grazie alla vinificazione biologica.

Non sottovalutiamo in alcun modo l’aspetto ambientale del vino biologico. Lo abbiamo accennato: mediante questo processo, infatti, si protegge e aiuta la natura, ma si favorisce anche la biodiversità degli organismi.

La totalità del processo che porta alla realizzazione del vino biologico è rivolta al sostegno del pianeta: dalla concimazione alla protezione delle piante, anche la fertilità del suolo, mediante il compost e i fertilizzanti minerali o fogliari, ne risente in positivo.

Mantenendo l’inerbimento dei vigneti, anche la quantità di CO₂ è positiva: non si guarda solo, dunque, all’aspetto economico, ma anche ecologico. Ed è davvero importante al giorno d’oggi.

La differenza tra vino biologico e vino biodinamico

Quali sono le differenze tra vino biologico e vino biodinamico? In termini di sostenibilità, troviamo infatti diverse tipologie di vino green, come quello naturale, o ancora vegano.

Il merito dell’agricoltura biodinamica, infatti, va a Rudolf Steiner, che ha fondato l’antroposofia. In breve, la coltivazione delle piante è molto diversa rispetto a quella tradizionale: parliamo di un vero e proprio approccio olistico.

Per certi aspetti, sia per la produzione di vini biologici che biodinamici non vengono in alcun modo sfruttati i prodotti o concimi chimici. Però, la coltivazione biodinamica prende ulteriori fattori come punti di riferimento: posizione dei pianeti e fasi lunari. Contrariamente al vino biologico, però, quello biodinamico non è regolamentato a livello europeo.

Il vino biologico in Italia: sempre più consumatori lo scelgono

In virtù della sua sostenibilità, il vino biologico è sempre più scelto dai consumatori, che decidono ogni giorno di portare sulla propria tavola prodotti biologici, ecologici, attenti al pianeta e al futuro delle prossime generazioni.

Se prima questo settore era considerato una sorta di “nicchia”, oggi è un enorme punto di riferimento. Proprio la consapevolezza ha spinto numerose persone a optare per un prodotto “alternativo”, che ora, però, è la norma.

Ritrovare, poi, le tradizioni di una volta sulla tavola è importante, per preservare ciò che siamo stati e ciò che saremo in futuro. Dalla qualità imbattibile, possiamo provare diverse etichette, tra cui il Vino Rosso Biologico Barbera senza solfiti aggiunti, o ancora il Vino Pinot Grigio Biologico, per un sapore unico e ricercato. Dal rosso al bianco, c’è una scelta biologica per tutti i palati.

5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino

Come ogni investimento, anche quello di una cantinetta vino potrebbe generare qualche dubbio prima dell’acquisto. Ma a pensarci bene, i vantaggi valgono assolutamente la spesa, soprattutto se amate degustare i vini nel migliore dei modi. Temperatura, umidità e corretta posizione sono tre elementi chiave per la buona conservazione del vino. Senza di essi, le proprietà organolettiche andranno perdute, mandando all’aria qualsiasi vostro investimento.

5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino

Non siete ancora convinti? Continua a leggere, scoprirete 5 buoni motivi per acquistare una cantinetta vino per la vostra casa.

  1. Bottiglie protette da ogni danno

Ma non basta un semplice portabottiglie vino per conservare le proprie bottiglie in casa? Potrebbe essere una soluzione, ma avate pensato agli svantaggi?

Un portabottiglie, per quanto solido possa essere, è sempre soggetto a vibrazioni e oscillazioni. Oltre alla possibilità che una bottiglia cada a terra e si rompa, c’è sempre da considerare che un vino, per essere ben conservato, dovrebbe ricevere meno spostamenti possibili.

Ma non è tutto, una cantinetta vino può proteggere le vostre bottiglie dai raggi solari, essendo dotata di un vetro anti UV. Infine, c’è da considerare che i modelli migliori, come le cantinette Bodega, permettono di posizionare le bottiglie nella giusta inclinazione. In questo modo il tappo sarà sempre umido al punto giusto e non si correrà il rischio che entri dell’ossigeno nella bottiglia.

  1. Vini sempre pronti per una degustazione

Vi siete mai trovati nella situazione di avere ospiti a cena e di scoprire di aver dimenticato i vini fuori dal frigorifero? Una situazione piuttosto spiacevole, soprattutto se si tratta di una bottiglia pregiata con la quale volevate fare una bella degustazione in compagnia.

Avere una cantinetta vino vuol dire avere vini sempre pronti al consumo. Esistono anche particolari modelli, come quelli che trovate su cantinettavino.it, regolabili con temperature differenti per ogni ripiano. In questo modo potrete tenere temperature più basse per i vini bianchi e più alte per quelli rossi. Non dimenticare l’umidità! Una buona cantinetta vino consente di mantenere i suoi valori al di sopra del 50%, evitando così che i tappi si secchino troppo. In un portabottiglie il tuo vino sarà invece costantemente esposto a sbalzi termici e subirà processi di degrado a seconda delle stagioni troppo calde o troppo fredde.

  1. Ottimizzazione dello spazio

Quante volte avete desiderato avere una cantina dove raccogliere la vostra collezione di vini? Purtroppo non sempre è possibile averne una, soprattutto se si abita nell’appartamento di un palazzo. Allo stesso tempo, sapete ormai bene che utilizzare un semplice portabottiglie non è un’ottima idea se possedete bottiglie di un certo valore. Anche in questo caso, la cantinetta vino si rivela un’ottima soluzione. Ne esistono infatti di infiniti modelli, ognuno con una sua capienza differente. In questo modo potrete decidere se prendere un modello compatto dove conservare poche bottiglie di qualità, oppure una cantinetta più grande da sfruttare per stoccare l’intera vostra collezione.

In entrambi i casi, avrete a casa vostra un elettrodomestico funzionale e indispensabile per le vostre serate eno-gastronomiche.

  1. Stop ai cattivi odori

Sapete qual è uno dei nemici peggiori di un vino? Gli odori forti. Infatti, ogni vino ha le sue caratteristiche: un odore soave e delicato, o un sapore fruttato e aromatico. La presenza di odori, buoni o cattivi che siano, vanno a mutare le caratteristiche organolettiche di un vino, rovinandolo per sempre. Basta pensare ai profumi che si creano in cucina quando si prepara un piatto di carne o di pesce, o ai cattivi odori derivati da una recente verniciatura delle pareti. Tutto questo va a rovinare l’equilibrio del vino, che perderà non solo il suo gusto caratteristico ma anche il suo valore. Le cantinette vino migliori sono dotate di un filtro al carbone attivo. Si tratta di un filtro che mantiene l’aria interna sempre pulita e priva di odori.

  1. Il pianeta ringrazia

Infine, parliamo di un ultimo vantaggio, in realtà molto più importante di quel che si potrebbe pensare. Spesso infatti si sottovaluta l’impatto che i nostri piaceri hanno sul pianeta, tema che ad oggi dovrebbe essere ancora più importante.

In effetti, avere una cantina ha i suoi vantaggi ed è esteticamente affascinante per chi ama collezionare bottiglie pregiate. Tuttavia, mantenere costanti i valori di temperatura e umidità in una stanza di grandezza intermedia, ha i suoi costi. Per costi non si intende solo economici, ma soprattutto ambientali! Quanta energia potresti risparmiare se, al posto di un impianto di aerazione, aveste un semplice elettrodomestico in casa? Le cantinette vino sono ormai sempre più sofisticate e con lieve aumento di prezzo potrete acquistare un modello di classe energetica A o superiore. Questo vi farà risparmiare sulle bollette ma soprattutto contribuirà ad un mondo più ecologico.

Pronti a comprare la vostra nuova cantinetta vino? Non vi resta che scegliere il modello più adatto alle vostre esigenze!

 

Case d’Alto, quando l’amore per la terra regala i frutti più buoni

"Il vino è per l'anima ciò che l'acqua è per il corpo" . Con questa affermazione Mario Soldati, il popolare regista e scrittore, voleva espletare al meglio quello che rappresenta il vino. Infatti, intellettuali e scrittori si sono sempre espressi per esaltare la qualità e la bontà del nettare di bacco, una delle eccellenze indiscusse del patrimonio nazionale, fiore all'occhiello di un territorio che, da Nord a Sud, produce solo bottiglie di prestigio. Case d'Alto è un'azienda agricola situata nell'Irpinia, storica rappresentante di una zona vocata alla vinificazione che, di generazione in generazione, è in grado di esprimere al meglio tutto l'amore per la terra e i suoi frutti.

 

L'azienda e la sua filosofia

Un connubio perfetto tra tradizione e innovazione, è questo il punto di forza dell'azienda, il cui nome deriva da una vigna ultracentenaria che la bisnonna degli attuali proprietari decise di acquistare, spinta dall'amore e la passione per la terra, nonché il desiderio di produrre vini di alta qualità. Attenzione e meticolosità sono le peculiarità che caratterizzano l'azienda agricola situata tra le dolci colline dell'Irpinia in un territorio unico, beneficiato dal clima e dal terroir favorevole alla coltivazione della vite. Essere al passo con i tempi, pur rimanendo fedeli alle tecniche produttive di una volta: è questa la prerogativa dell'azienda. Sul sito web www.casedalto.it è possibile effettuare un percorso virtuale in grado di fornire tutte le informazioni necessarie. Fiano d'Avellino, Taurasi e Aglianico sono i vitigni prodotti e commercializzati dall'azienda perché l'obbiettivo unico è quello di valorizzare e rendere merito a una terra preziosa in grado di regalare solo l'eccellenza. Tutte le etichette sono certificate IGT, DOC E DOCG a dimostrazione di un lavoro che ha nella cura dei dettagli la sua caratteristica migliore. L'azienda si avvale dal 2018 della certificazione biologica, in quanto ogni fase della produzione, dalla vigna alla cantina, si svolge nel massimo rispetto della natura, limitando al minimo l'intervento di macchinari ed evitando l'utilizzo di fitofarmaci dannosi per l'essere umano e l'ambiente. Si evince, pertanto, che nel momento in cui si visita il sito casedalto.it il nostro sguardo viene catturato dalla cura e dalla bellezza di un'azienda moderna che ha a cuore il benessere dei lavoratori e del pianeta e la qualità dei suoi prodotti.

 

I vitigni, il territorio, le bottiglie

L'evoluzione non può essere tale senza il rispetto per le radici, per la storia, per le persone che ne hanno fatto parte. I vitigni tipici del territorio dell'Irpinia hanno un sapore antico, come l'Aglianico le cui origini provengono dal popolo greco e che in seguito al dominio nell'Italia meridionale è stato trapiantato nell'Appennino. La pianta si adatta perfettamente in ogni microclima e territorio, ma predilige i terreni calcarei e argillosi in quanto più ricchi di minerali. Dall'Aglianico si realizza l'Eclissi Irpinia Aglianico DOC, un vino dal color rosso rubino, consistente e ben strutturato dal sapore intenso e piacevole grazie anche alle note balsamiche. Un vero percorso sublimale che cattura tutti i sensi degli estimatori e non solo.
Il Fiano d'Avellino è un vitigno autoctono tipico di 26 comuni della provincia Irpina che predilige l'esposizione a Sud/Est e Sud/Ovest e i terreni argillosi e calcarei. Il Macerato Campania Fiano IGT è un vino di bacca gialla ottenuto solo da uve Fiano dopo una macerazione sulle bucce di 45 giorni. Al naso si presenta fruttato, grazie alla presenza di frutti quali pesca e albicocca, insieme ad un'intensa percezione floreale che conquista il palato di tutti.
Il Taurasi si ottiene dall'invecchiamento dell'Aglianico e costituisce uno dei vini rossi d'eccellenza della nostra penisola. Solo in seguito a 3 mesi di affinamento obbligatorio, di cui 1 in botti di legno si può ottenere il Taurasi DOC, mentre per il DOCG sono necessari 18 mesi. Il risultato è quello di un vino intenso, gradevole e armonico come il Taurasi Riserva Case d'Alto DOCG, adatto a chi ama i piaceri forti e nel contempo morbidi. Un vino caldo dai sentori balsamici e fruttati indicato per accompagnare i primi piatti di carne e gli arrosti.

Il vino è l'espressione più elevata del piacere, la bevanda per eccellenza, quella che accompagna ogni genere di pasto, La cura per i dettagli, la sapienza, l'amore e la dedizione sono quindi caratteristiche da non trascurare e che l'azienda Case d'Alto ha ben sviluppato al fine di creare etichette che siano l'espressione più autentica del territorio. L'azienda agricola è sempre lieta di accogliere i visitatori con gentilezza e calore al fine di assaporare i prodotti ed effettuare un percorso sensoriale che possa catturare l'attenzione e il palato di chiunque.

Franciacorta: la terra delle bollicine

Se c’è una terra delle bollicine per eccellenza nel nostro Paese, questa non può che essere individuata nella Franciacorta. Stiamo parlando di una regione della Lombardia che non è solo sinonimo di vino, ma anche di storia. E, infatti, ecco una produzione vitivinicola di eccellenza, che è il risultato di un viaggio nel tempo che si compone di vere e proprie invenzioni, di scoperte e di ricerche. Si tratta di una vera innovazione, ma anche di una storia che tutti gli amanti del vino dovrebbero conoscere. In primis, è utile specificare che la Franciacorta si trova tra Brescia e il lago d’Iseo, in Lombardia.

La Franciacorta

Quello della Franciacorta è un territorio che da lungo tempo si contraddistingue per la presenza di monasteri importanti. In particolare, è utile menzionare il monastero di Santa Giulia di Brescia, che un tempo era noto come monastero femminile di San Salvatore: a fondarlo fu, nel 753, il re dei Longobardi Desiderio insieme con la sua consorte Ansa. È al 766, in effetti, che risale la prima testimonianza storica che riguarda questa proprietà. In generale, in Franciacorta gli enti monastici sin da prima dell’anno Mille hanno offerto un prezioso contributo, tramite i propri possedimenti, alla creazione e allo sviluppo di una società rurale che è molto legata alla vite e alla sua coltura, complici le condizioni pedologiche e climatiche favorevoli.

La storia del territorio

La Franciacorta è stata anche sede di diverse battaglie: si racconta che Dante Alighieri si sia rifugiato proprio da queste parti in occasioni degli scontri fra ghibellini e guelfi. E in più vanno menzionate le guerre fra Francia e Repubblica di Venezia, per le quali sono diventati celebri i vespri di Franciacorta risalenti al 1509. E venendo a tempi relativamente più recenti, non ci si può dimenticare delle lotte risorgimentali. Insomma, si tratta di un territorio dalla storia importante, dove regni diversi si sono alternati senza che ciò mettesse a repentaglio la vocazione vitivinicola del posto. C’è unanimità fra gli storiografi nel trovare nel 1277 la data della prima volta in cui comparve il nome Franzacurta. Si tratta di una denominazione che richiama le corti franche, vale a dire le corti in cui non si pagavano le tasse. La Franzia Curta è sempre stata una zona di valore per i rifornimenti di vino non solo per Brescia, ma soprattutto per la Valtrompia, per la Valcamonica e per la valle padana.

La produzione di Franciacorta

Oggi i vini franciacorta possono essere comprati comodamente anche su Internet, per esempio attraverso il sito di My Wine Store, che è una enoteca online di comprovata affidabilità ed esperienza. Ma come vengono prodotti i vini Franciacorta? Va detto che il metodo di riferimento prevede delle caratteristiche ben precise e alquanto restrittive. Per esempio, le bottiglie devono essere chiuse per mezzo di tappi in acciaio inox provvisori su cui deve essere apposto il logo F. Inoltre, è necessario che le uve siano raccolte a mano, e che per la produzione di vino di base si possa impiegare unicamente il mosto che si ricava dalle prime due pressature. Un altro requisito da cui non si può prescindere è che i vini che si ottengono dalla fermentazione siano travasati e poi stoccati, una volta che sono stati filtrati, all’interno di botti o vasche. La sola eccezione in tal senso è rappresentata dalle uve Pinot Nero, che vengono separate immediatamente dalla buccia per consentire la vinificazione in bianco.

Che cosa prevede il Metodo Franciacorta

Dopo che la cuvèe è stata assemblata, si aggiunge al vino il cosiddetto sciroppo di tiraggio: si tratta di una soluzione di lieviti attivi e zucchero che favorisce una seconda fermentazione. In seguito, le bottiglie sono disposte in senso orizzontale per la presa di spuma in cantina. È durante questo lasso di tempo che i lieviti che sono rimasti vanno a depositarsi sul fondo della bottiglia. Le tecniche di scuotimento e di sboccatura vengono utilizzate per rimostare i lieviti. Poi dopo che le bottiglie sono state sboccate è possibile rabboccarle con altro vino o con il dosaggio, che è una soluzione zuccherina da cui dipende il livello di dolcezza o di secchezza. Infine, non può mancare la fascetta che riporta la scritta Franciacorta DOCG.

La storia dei vini toscani

In questo articolo vi portiamo alla scoperta della storia dei vini toscani, un pezzo della tradizione italiana.

Ti sei mai chiesto come è nato il vino in Italia? Ne conosci la storia? Ogni parte d’Italia sicuramente ha la sua ma in questo articolo voglio portarti alla scoperta della storia dei vini toscani, tra cui incontriamo Frescobaldi vini, vini importanti che ad oggi sono conosciuti non solo sul territorio nazionale ma anche sul territorio internazionale. Andiamo perciò ad approfondire questo argomento nelle prossime righe.

Tutto ebbe inizio con gli Etruschi

La storia dei vini toscani è molto antica infatti si stima che la creazione dei primi vigneti sul territorio toscano sia dovuto agli etruschi che portarono la viticoltura nel lontano 500 a.C. in quello che all’epoca era chiamato Etruria. Furono poi i romani a svilupparla maggiormente e ad incentivarne lo sviluppo rurale. Per vederlo però diffondersi veramente dobbiamo arrivare all’anno mille quando grazie ai monastici dei Benedettini e dei Vallombrosani la viticoltura divenne molto popolare.

Cosa crearono i monaci?

I monaci furono veramente un tassello importante nella storia dei vini toscani perché si impegnarono nella creazione di piccole attività produttive che avevano il compito di rifornire le scorte dei vescovati che durante quegli anni, parliamo perciò del Medioevo, furono colpiti duramente dalla povertà.

La vera svolta

Fu però poi nel 1282 che ci fu la vera svolta perché sempre nel territorio toscano, più precisamente a Firenze fu fondata l’arte dei Vinattieri ossia una vera e propria società che si occupava di amministrare il commercio del vino, non solo nella città ma anche nel contado fiorentino.

500 anni dopo e le prime 4 zone protette

Dopo circa 500 anni, precisamente nel 1716, fu emanato un importante bando dal granducale di Cosimo III che determinava la protezione di 4 zone vinicole: Chianti, Carmignano, Pomino, Valdarno Superiore. Immagino che non ti risultano nuovo, anche perché formano ancora oggi l’attuale Denominazione di Origine.

Furono consacrati i primi vini nel XIX secolo

Arriviamo poi alla consacrazione dei primi vini, il primo fu l’uvaggio chiantigiano, a seguire il Sangiovese presente sul Canaiolo nero e sulla Malvasia. Nel frattempo però si continuavano le sperimentazioni e si cercava di adattare le vigne francesi al territorio toscano.

Arriviamo ai giorni nostri: Arriviamo poi agli anni recenti con il 1963 e i primi riconoscimenti importanti:

  • La Vernaccia di San Gimignano viene riconosciuto marchio DOC.
  • Brunella di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano ricevono il marchio DOGG.

A partire dagli anni 80 vennero introdotti nuovi metodi e soprattutto si cominciò a sperimentare l’uso di vigneti di altre regioni per produrre un unico vino. Venne così riscoperto gran parte del territorio che fino ad allora era magari destinato ad altro uso o in totale disuso come ad esempio la costa tirrenica.

I vini toscani oggi sono una garanzia sia sul territorio italiano che mondiale.

Masseto 2017 il giudizio di Wine Advocate

The Wine Advocate di Robert Parker, uno dei più grandi critici internazionali, in Italia è rappresentato da Monica Larner. Quando si tratta di grandi vini, l’Italia è sempre ai primi posti e tra questi c’è un vino di grandissima levatura, parliamo del Masseto.
Un vino, il Masseto, prodotto con Merlot in purezza e caratterizzato da un prezzo di mercato inaccessibile ai più ma sempre presente nelle degustazioni più esclusive. Masseto ha un prezzo medio di circa 1000 € a bottiglia e prende il proprio nome da una piccola vigna nel cuore della Toscana, di proprietà di Tenuta dell’Ornellaia.
Ma veniamo al dunque e riportiamo il giudizio su Masseto, vendemmia 2017.

 

Masseto 2017: il grande vino

“Il Masseto mette in scena, per il terzo anno consecutivo, un’altra esaltante performance, una performance da urlo. Il vigneto dove matura l’uva di Masseto è un appezzamento di forma triangolare nascosto sul retro della stessa proprietà: la cantina di Ornellaia. Questo piccolo riquadro dove si coltiva esclusivamente Merlot, si trova alla base delle montagne che guardano il mare Tirreno. Le vigne sorgono ad un’altitudine compresa tra gli 80 e i 100 metri s.l.m., sui famosi terreni di argilla blu, unici di Bolgheri. Questa posizione ideale apre i vigneti a brezze morbide grazie alla vicinanza del mare dopo lunghe ore di luce. È un piccolo giardino dell’Eden per la coltivazione del Merlot. Il centro dei vigneti ospita la nuova cantina Masseto e l’adiacente sala di degustazione ricavata da un casale preesistente. Il Masseto, tuttavia, si produce nella vecchia cantina.
La fermentazione inizia in vasche d’acciaio e di rovere, prima che il vino venga travasato in barrique, dove riposa per due anni. Il vino viene poi affinato in bottiglia per ulteriori 12 mesi prima della commercializzazione. Come la maggior parte delle annate di Masseto assaggiate in una fase giovanile, il legno è molto evidente e pone le basi in termini di consistenza e struttura. È potente con un buon tenore alcolico di 15,5%.
Ho assaggiato questo vino accanto al Massetino, uno degli ultimi arrivati, un vino decisamente più giocoso. Il Masseto mostra al palato un frutto importante e denso derivato da una stagione calda e secca (che ha prodotto bacche più piccole, più ricche e più compatte). Forse, ciò che manca a questa annata è il profondo carattere varietale che abbiamo visto in annate recenti come la 2016 e la 2015.
Se si temesse che l’annata calda possa far emergere troppi toni di frutta matura, si deve pensare al rovere che farà in modo di ammorbidire alcune delle componenti più volatili del frutto. Le note distintive di macchia mediterranea che ho sempre associato al Masseto sono meno presenti in questa annata. I tannini del rovere si fanno sentire sul finale, con tostatura e vaniglia che sicuramente si attenueranno con l’invecchiamento.
Curiosità, ho assaggiato nuovamente il vino 12 ore dopo, e si erano già ammorbiditi notevolmente.”

Scelta del vino: consigli per non sbagliare

A differenza dei distillati e di altre bevande, il vino è una bevanda da pasto e quindi è proprio nel contesto di un pranzo o di una buona cena che il vino dà il meglio di sè. Per valorizzare tanto il pasto quanto sopratutto il vino, è importante che l'abbinamento sia azzeccato. Per non commettere errori se dobbiamo portare una bottiglia di vino ad una cena, il consiglio è di affidarsi ad una enoteca più che alla grande distribuzione, che ha una enorme quantità di vino ma con una qualità poco affidabile, anche se attualmente molti supermercati offrono all'interno dei sommelier in grado di orientarci nella scelta di un buon vino.

I grandi produttori di vino destinano a enoteche e ristoranti il meglio della produzione, mentre per la grande distribuzione producono una seconda linea più economica, a parte alcuni supermercati che hanno lo scaffale "enoselezione" che contiene gli stessi distribuiti alle enoteche ma a prezzi più competitivi.

Scegliere correttamente un vino: partiamo dalle basi

Il primo aspetto da prendere in considerazione nella scelta del vino è il cibo a cui vogliamo abbinarlo, tenendo conto che, se all'interno della cena ci sono differenti portate, probabilmente sarà necessario avere differenti bottiglie. Il vino per essere buono deve essere equilibrato e armonico ed è importante ricordare che i vini leggeri devono essere sempre serviti prima di quelli più robusti e, in generale, serviti secondo una gradazione alcolica crescente. Prima di cambiare bottiglia di vino durante il cambio di portata dei pasti è bene separarli con dell'acqua.

Vini bianchi

Ad esclusione di quelli particolarmente strutturati, i vini bianchi si abbinano molto bene ai piatti di mare. Alcuni bianchi più strutturati si abbinano molto bene anche a piatti di terra, in particolar modo a piatti a base di carni bianche, come coniglio, pellame, piccola selvaggina. Mentre i vini rossi tollerano maggiormente di essere serviti a temperatura ambiente, i vini bianchi devono essere serviti rigorosamente freschi e la regola di base, con qualche eccezione, richiede che i vini bianchi secchi vengano serviti prima dei vini rossi.

Vini rossi

I vini rossi tendenzialmente si abbinano alla carne e ai piatti di terra in generale, anche se abbiamo alcuni vini rossi piuttosto giovani, leggeri e leggermente aciduli che si prestano bene ad essere abbinati anche a piatti di mare, ad esempio la zuppa di pesce. Difficilmente un buon vino rosso si può servire con molluschi o crostacei. Possono essere serviti a temperatura ambiente, almeno quelli più maturi e di buona struttura. Un'ottima idea è anche quella di abbinarli a primi piatti come la carbonara, in particolare i vini più robusti, come confermato anche da Cucina e Cultura, servizio di catering a Roma. 

Vini rosati

Categoria di vini un pò snobbata a favore dei rossi o dei bianchi, i rosati sono vini interessanti che possono regalarci abbinamenti davvero sorprendenti. Si abbinano facilmente alla maggior parte degli antipasti, agli affettati e anche ad alcuni piatti di pesce.

Spumanti

A seconda del vitigno e del grado zuccherino, lo spumante può essere abbinato a tanti tipi di portate differenti, oltre ad essere l'unico che si presta bene anche come aperitivo, quindi può essere bevuto da solo. Quelli secchi si prestano molto bene ai piatti di mare, in particolar modo ai crostacei, ai molluschi e alle fritture di pesce perché ripuliscono in modo frizzante la bocca dall'unto della frittura.

Vini dolci

Gli spumanti possono essere anche dolci e si abbinano molto bene ai dessert. Tra questi possiamo inserire la categoria dei vini passiti, che hanno un elevato residuo zuccherino e che si abbinano bene, oltre ai dolci, anche ad alcuni formaggi, tipo gli erborinati. Mai abbinare vini liquorosi alla selvaggina perché gli zuccheri residui del vino renderebbero poco piacevole al palato il gusto selvatico della carne.

I migliori vini di Vignale Monferrato

Al centro del triangolo piemontese Casale Monferrato-Alessandria-Asti sorge un borgo, sulla sommità di una collina. Si chiama Vignale Monferrato, un piccolo gioiello circondato da una parte dall’arco alpino tra Monviso e Monte Rosa, dall’altro affacciato verso l’appenino ligure. 

Un gioiello, un paese, un tesoro da scoprire diventato nei secoli scrigno tradizione e soprattutto di vini. Tanti vini, ciascuno con storie, metodologie e tipologie di vigne differenti che danno origine a questo territorio unico e conosciuto in tutto il mondo che è il Monferrato. 

Entrare nel Monferrato significa assistere a uno spettacolo unico: colline ricoperte di vigneti a perdita d’occhio, borghi, casali e cantine secolari, torri e castelli d’origine medioevale che svettano nel panorama e si distingue per l’armonia e l’equilibrio tra le qualità estetiche dei suoi paesaggi e le diversità architettoniche e storiche dei manufatti associati alle attività di produzione di vini, internazionalmente riconosciuti tra i più importanti prodotti enologici del mondo.

Vignale culla del Grignolino e della Barbera del Monferrato

Vignale sorge nel cuore di questa terra generosa che vanta una cultura enogastronomica di qualità. L’etimologia di Vignale svela la sua secolare vocazione. Il toponimo, con le forme altomedievali di Vignalis e Vignalus, è attestato fin dal IX secolo: una forma composta da vinea, che in latino significa «vigneto» e -alis, suffisso locativo. Dunque «luogo da vigna» fin da quando possiamo attestarne la nascita. Vignale è anche capitale del Grignolino, il «più rosso dei bianchi piemontesi e il più bianco dei rossi», come disse Veronelli. Un vino «dispari, scandalo e delizia, eccentrico e amato» che ha trovato dimora su queste colline fin dal XIII secolo e che proprio qui raggiunge il vertice della qualità grazie ad una secolare perizia enologica.

Vignale è terra di alcuni dei migliori vini del Monferrato tra cui la Barbera del Monferrato, considerata una delle varietà più importanti in Italia e protagonista assoluta del successo dei vini del Monferrato che chiude il 2021 con 65 milioni di bottiglie prodotte a un giro d’affari di 400 milioni di euro, come confermato dai dati del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Ma la Barbera non è l’unico vino che raccoglie tra tradizione di Vignale. 

Sono tante infatti le denominazione di questa zona dedicate al vino. Le più importanti sono:

  • Barbera d’Asti DOCG
  • Barbera del Monferrato DOC
  • Barbera del Monferrato Superiore DOCG
  • Grignolino del Monferrato Casalese DOC
  • Barbera del Monferrato DOC
  • Piemonte DOC Grignolino
  • Piemonte DOC Cortese
  • Monferrato DOC Dolcetto

L’unicità dei vini del Monferrato 

La cultura vitivinicola piemontese costituisce la base dell’identità della regione e le eccellenze delle tecniche di coltivazione, le innovazioni negli aspetti produttivi, l’evoluzione di secolari saperi artigianali e tecnologici, oltre che la qualità dei vini prodotti, ne fanno un riferimento su scala mondiale.

I dati del 2020 hanno evidenziato l’andamento eccezionale dei vini rossi DOP piemontesi, la crescita più elevata dei vini DOP in generale (+13%) contro IGP (+10%) e vini da tavola (+5%) e l’andamento molto positivo delle vendite delle aziende basate in Piemonte (+19%).

In questo territorio la produzione del vino ha una tradizione millenaria come testimoniato dagli antichi registri comunali che confermano compravendite di vigne e di uva fino al 900 d.c.
L’unicità di questi vini trae origine da tanti fattori. Tra questi la collocazione del territorio: il Monferrato infatti è un sistema collinare compreso tra i 120 e 350 metri s.l.m. e si trova nel cuore della fascia temperata. Il 45esimo parallelo infatti attraversa il comune di Vignale Monferrato. Le Alpi e il mare influenza il clima del Monferrato e lo rendo territorio perfetto per la vite. 

Hic et Nunc, una delle più importanti cantine del Monferrato 

In questo paradisiaco contesto sorge una delle cantine più pregiati e importanti: la cantina Hic et Nunc. La sua storia inizia nel 2012 con il recupero di 100 ettari di terreni poco più a nord di Vignale Monferrato. 
Le prime annate Hic et Nunc sono uscite sul mercato nel 2016: Barbera del Monferrato, Piemonte Cortese e due spuntanti Brut ottenuti da vitigni autoctoni (barbera e grignolino). Nel corso degli anni l’azienda ha proseguito la sua ricerca enologica sui vitigni locali che Hic et Nunc ha scelto di vinificare in purezza: la Barbera d’Asti, il Dolcetto e il Nebbiolo del Monferrato e, soprattutto, il Grignolino, che a Vignale trova il suo luogo d’elezione.

Come evitare di compiere errori quando si deve scegliere il vino

Quando si deve scegliere il vino occorre sempre prestare la massima attenzione a una serie di caratteristiche che fanno in modo che la propria decisione finale possa essere definita come ottimale e in grado di offrire quel tipo di soluzione perfetta.

Ecco quali sono le diverse tipologie di criteri che occorre necessariamente valutare in maniera tale da evitare di compiere una serie di errori che potrebbero avere delle cattive ripercussioni e rendere la decisione finale molto meno piacevole del previsto.

La scelta iniziale e le pietanze che si intende servire

Quando si parla di questo genere di scelta occorre, in primo luogo, valutare adeguatamente il tipo di menù che si intende servire, in maniera tale che il risultato finale della propria decisione possa essere sinonimo di massima soddisfazione e si possano evitare delle potenziali complicanze durante la decisione che si vorrebbe adottare.

Creare anticipatamente il tipo di menù che si vuole organizzare rappresenta quindi una decisione finale che non deve essere assolutamente essere messa in secondo piano ma che, al contrario, necessita della massima attenzione in fase decisionale proprio per avere la sicurezza che il prodotto che viene acquistato possa essere realmente ottimale.

Abbinamenti ma non solo

Ovviamente quando si deve scegliere il tipo di vino che si intende acquistare e servire, come uno dei prodotti presenti sul portale online di Viniamo.it, occorre anche valutare il fattore qualità relativo al prodotto, affinché si possa rimanere totalmente soddisfatti della propria decisione finale senza compiere alcun tipo di errore.

Ecco quindi che in questo frangente occorre capire quali siano gli aspetti chiave che vanno a contraddistinguere quel tipo di prodotto in maniera tale che il successo possa essere una costante sempre presente.

L'aroma, il sapore, la colorazione e ovviamente la qualità complessiva del prodotto, bottiglia inclusa, devono essere delle caratteristiche che non bisogna mai mettere in secondo piano e che permettono a tutti gli effetti di rimanere incredibilmente soddisfatti del risultato finale che viene toccato con mano.

Ecco quindi che grazie a tutte queste prime caratteristiche il fattore soddisfazione non viene mai messo in secondo piano e anzi, si avrà la concreta occasione di entrare in possesso di un prodotto di prima qualità che viene reputato come incredibilmente piacevole e soddisfacente, senza che nascano dubbi di ogni tipo nella propria mente, ulteriore aspetto fondamentale che occorre necessariamente prendere in considerazione.

La qualità della produzione

Ovviamente occorre prendere in considerazione anche la qualità della produzione, la quale deve essere necessariamente posta ai primi livelli in maniera tale che quella sensazione di soddisfazione possa essere sempre sentita e che, di conseguenza, non si rimanga come delusi dalla qualità dello stesso prodotto e quindi poco compiaciuti delle proprie decisioni finali.

Pertanto è molto importante svolgere questo tipo di analisi in maniera che il successo possa essere realmente toccato con mano e quindi che ogni bottiglia di vino che viene acquistata possa essere reputata come incredibilmente soddisfacente e piacevole da gustare, senza che possano esserci delle potenziali complicanze gravi che rendono la situazione molto meno piacevole da sentire in prima persona.

Grazie a queste caratteristiche, dunque, la sensazione di soddisfazione che si percepisce tende a essere assai elevata e si ha la concreta opportunità di portare sulla tavola il migliore vino possibile.
Ovviamente occorre pure precisare come sia una buona prassi svolgere un'ulteriore operazione, ovvero contattare il produttore per capire se effettivamente quel vino riesce a rispecchiare perfettamente tutte le diverse esigenze espresse oppure se sarebbe meglio far ricadere la propria decisione finale su altri articoli. Ecco dunque che grazie a questo genere di aspetti si possono evitare tante delusioni talvolta pesanti.