Arrosticini abruzzesi: un viaggio tra tradizione e gusto

Nell’immaginario collettivo, complici anche le temperature alte e le giornate lunghe e soleggiate, la voglia di mare e di vacanze diventa sempre più frequente ed insistente. L’Italia è ricca di paesaggi naturalistici, acque cristalline, spiagge e scogliere che accolgono numerosi turisti e visitatori ogni anno, offrendo servizi e momenti indimenticabili.

Tra le mete preferite e scelte dai turisti vi è l’Abruzzo. Una regione che soddisfa le richieste e realizza i desideri di quanti vogliono trascorrere le proprie vacanze all’insegna della natura e della pace ed, al contempo, non vogliono rinunciare alla movida.

Quando si parla dell’Abruzzo, regione compresa tra l’Appennino centrale e l’Adriatico, sono due gli aggettivi che balzano immediatamente alla mente, ossia forte e gentile. Infatti, la natura quasi ruvida e selvaggia si incontra con una storia lunga secoli testimoniata dalla presenza di palazzi, chiese e monumenti.

 

Gli arrosticini abruzzesi sono un’esplosione di sapori e profumi

Montesilvano, città in provincia di Pescara, è considerata essere un’eccellente meta turistica balneare per le sue acque cristalline e per la bellezza e la particolarità delle spiagge. Il turista che sceglie questa meta, però, non godrà soltanto della natura e del paesaggio, ma avrà anche la possibilità di effettuare un vero e proprio viaggio enogastronomico alla scoperta degli antichi sapori ancora oggi particolarmente apprezzati ed amati.

A tal proposito, infatti, è possibile soddisfare il palato gustando gli arrosticini abruzzesi a Montesilvano. La particolarità degli arrosticini consiste nel far parte della categoria street food. Infatti, è possibile immergersi nei gusti e nei profumi della tradizione culinaria abruzzese senza necessariamente fermarsi. Gli arrosticini take away sono serviti in un cartoccio da cui fuoriescono parte degli spiedini con i tocchetti uniformi di carne di pecora. Proprio come se fossero un bouquet di fiori, profumati e belli da guardare.

Il visitatore che sceglierà di assaggiare questo prelibato prodotto della tradizione culinaria regionale non sarà costretto ad interrompere la passeggiata tra le vie del centro cittadino. Insomma, gli arrosticini abruzzesi sono un viaggio nel viaggio alla scoperta delle origini di una terra che non smette mai di stupire, di sorprendere e di conquistare.

 

Le origini degli arrosticini abruzzesi

Gli arrosticini abruzzesi sono spiedini di carne di pecora, diffusi in tutta la regione, vero e proprio tratto distintivo della cucina locale. Volendo ricercare le origini di questo piatto ricco di sapori e di storia, è necessario affidarsi a quanto tramandato dalla leggenda. Difatti, si narra l’invenzione degli arrosticini è da attribuirsi a due pastori del Voltigno, collocando l’evento nel 1930 circa.

Accadde che i due pastori, per evitare sprechi della carne, tagliarono a tocchetti di circa un centimetro ciascuno la carne, anche in prossimità delle ossa della pecora. Successivamente al taglio, i piccoli pezzettini di carne divennero spiedini, in quanto furono inseriti su bastoncini di legno per poi, in conclusione, essere cotti sulla brace. Con il passare del tempo, pur restando invariata la tecnica di produzione, è possibile gustare anche alcune varianti di questa tipicità culinaria abruzzese.

In commercio, sono disponibili anche arrosticini di fegato serviti, talvolta, con salse piccanti, con la salvia oppure insaporiti con un filo di olio di tartufo.

Il galateo del caffè: come va servito e come berlo!

Talvolta vi deliziamo con articoli sul caffè e allora, apprendendo un interessante approfondimento sul blog del caffè calabrese per eccellenza, Caffè Aiello, trattiamo oggi un argomento davvero molto curioso ed interessante: il galateo del caffè.

Come servire e come bere la bevanda nera a casa e al bar secondo le regole del buon gusto.

Servire il caffè, al bar e a casa

Il caffè va sempre servito su un piattino, nella sua tazzina e con il cucchiaino posto alla destra di chi dovrà berlo. Anche il manico della tazzina dev’essere orientato a destra, per agevolare l’impugnatura di chi lo berrà. Se però siamo a conoscenza che il nostro ospite, o il cliente del bar, è mancino possiamo invertire tutto agevolando prese e impugnature sulla sinistra.

Nel caso il caffè fosse servito con un biscotto, un cioccolatino o un elemento della piccola pasticceria, questo va posto sulla sinistra del commensale, in un piattino coperto da una salvietta di carta o cotone.

Sia che si tratti del cliente di un bar che di un ospite a casa nostra, se è richiesto per macchiare il caffè, il latte va servito sempre con un piccolo bricco e mai direttamente nella bevanda, sebbene questa regola sia spesso sdoganata sia al bar che a casa, l’importante è sapere che il bon ton richiede sia servito così!

A casa il caffè dev’essere servito sempre dalla padrona di casa, anche se il resto del pasto non è stato servito da lei. Il caffè sarà portato a tavola su di un vassoio nella sua caffettiera se è stato fatto in una moka, purché sia ben lucida e pulita, oppure direttamente nelle tazzine se è stato fatto da macchine per caffè espresso. Zucchero, latte, cioccolata e dolciumi per accompagnare il caffè dovranno essere serviti sempre sul vassoio che, una volta poggiato sulla tavola, sarà svuotato servendo una persona per volta, partendo dalle donne. Se il vassoio non è sufficientemente grande per trasportare caffè e suoi contorni per tutti i commensali, sarà il caso di portare prima solo il caffè alle donne, poi solo il caffè agli uomini ed infine, quando le tazzine sono state servite tutte, portare a tavola latte, zucchero e dolciumi.

Come bere il caffè, al bar e a casa

Il galateo vorrebbe che per bere il caffè sia necessario prendere la tazzina con il suo piattino ed il cucchiaino posto al di sopra, poggiare la tazzina sul palmo della mano accessoria e, una volta zuccherato, girare il caffè tenendo sempre il piattino sul palmo della mano.

Terminata la fase di dolcificazione, per chi lo prende zuccherato, bisogna riporre il cucchiaino al suo posto sul piattino e prendere la tazzina avvicinandola più possibile alla bocca senza inclinare il collo.

Una volta terminata la degustazione bisogna riporre la tazzina sul piattino e solo a quel punto riposare piattino, tazzina e cucchiaino sul bancone del bar o sulla tavola della casa che ci ospita.

Mai lasciare il cucchiaino all’interno della tazzina ed anche per zuccherare il caffè esiste una regola: il cucchiaino deve fare movimenti rotatori dal basso verso l’alto, non solo per compiere un gesto elegante, ma anche e soprattutto per funzionalità: in questo modo infatti la schiuma non si smonterà e il nostro espresso conserverà la sua caratteristica cremina intatta.

Queste sono le principali regole del galateo per servire e per bere il caffè, al bar e a casa.
Ed ora, andiamo a prendere un bel caffè insieme!

Sacchetti per alimenti: meglio plastica biodegradabile o carta?

I danni dell’inquinamento da plastica sono ormai noti e per tale motivo già nel 2018 i sacchetti per alimenti in Italia sono realizzati in plastica biodegradabile. Questa soluzione però non risolve il problema ambientale né soddisfa i consumatori. Le buste in plastica infatti non sono per niente comode. Hanno una scarsa resistenza al peso e si rompono in men che non si dica. Le shopper in carta sono sicuramente la scelta migliore anche per il settore food. Vediamo subito quali sono i vantaggi dei sacchetti per alimenti in carta e come sfruttarli per promuovere al meglio la propria attività.

Perché scegliere i sacchetti per alimenti in carta?

Sfatiamo subito un falso un mito: le shopper in carta non meno resistenti di quelle in plastica, soprattutto se biodegradabili. I sacchetti per alimenti in carta sono caratterizzati da una maggiore resistenza al peso e alle temperature. A seconda dei prodotti maggiormente venduti è possibile realizzare la shopper più adeguata grazie alle varietà di tipi di carta disponibili e alle diverse grammature. A ciò bisogna aggiungere che queste shopper hanno un minore impatto ambientale rispetto alla plastica e sono inoltre riciclabili, riutilizzabili ed economiche. Su Mister Shopper ad esempio una busta in carta avana compresa di incisione con stampa a caldo costa soltanto 0,19 centesimi. Come puoi facilmente intuire la carta oltre ad essere ecologicamente sostenibile offre anche numerosi vantaggi.

Tutte le tipologie di shopper in carta

Come anticipato esistono diverse tipologie di sacchetti per alimenti realizzati in carta. Queste che seguono sono le buste in carta più utilizzate:

  • shopper in carta kraft: in assoluto le più vendute ed economiche. Sono caratterizzate da un’ottima resistenza e sono adatte a qualsiasi tipo di attività: bottega alimentare, attività di ristorazione con consegne a domicilio e asporto, pasticcerie etc.
  • shopper in carta riciclata: sicuramente le più ecologiche. Sono ideali per tutte quelle attività che hanno a cuore il tema ambientale e vogliono trasmettere tale valore ai propri clienti. Recentemente è stato inoltre dimostrato da uno studio che scegliere sacchetti di alimenti in carta riciclata aumenta le vendite: circa il 50% dei consumatori infatti preferisce brand che utilizzano packaging ecologici.
  • shopper di lusso in carta: si tratta della versione più costosa dei sacchetti per alimenti attualmente in commercio. La differenza qui la fanno la grammatura (che solitamente parte da 170 gr circa) ed i manici a cordino realizzati in cotone. Questi sacchetti sono particolarmente indicati per prodotti food gourmet come ad esempio panettoni e colombe artigianali.

 

Due elementi meritano particolare l’attenzione: i manici e la forma delle shopper. Se vendi prodotti piuttosto leggeri puoi scegliere un semplice manico a pattina se invece per quelli più pesanti è preferibile scegliere un manico ritorto in carta. Se vendi prodotti con prezzi medio/alti il manico in tessuto (cotone o raso) è la scelta ideale. In merito alla forma segui queste indicazioni:

  • sacchetti bassi e larghi: per tutte le attività di ristorazione che utilizzano principalmente vaschette per il take-away;
  • sacchetti alti: per le stuzzicherie ed i panini

Shopper personalizzate in carta per attirare nuovi clienti

Le buste non sono semplici contenitori che consentono ai tuoi clienti di trasportare i prodotti acquistati sono degli strumenti di marketing low budget molto efficaci. Una volta usciti dal negozio/ristorante fungono da veri e propri manifesti pubblicitari in giro per la città. Quelli in carta in particolare essendo riutilizzabili continuano a promuovere la tua azienda anche dopo l’acquisto/consegna. Grazie alla personalizzazione puoi realmente attirare nuovi clienti e promuovere il tuo brand o la tua attività. Come? Con un progetto grafico e slogan da stampare sulle tue shopper. Che sia il logo con i contatti utili o una campagna per promuovere saldi ed offerte speciali ti consigliamo di affidarti ad un’agenzia di comunicazione per elaborare una strategia efficace ed un ottimo fornitore per la realizzazione dei sacchetti per alimenti. Su Mister Shopper il processo di personalizzazione ed acquisto è davvero semplicissimo: basta selezionare le diverse caratteristiche delle shopper (stampa, colore, formato) ed inserire il progetto grafico con un semplice clic. Un ultimo consiglio: prima di fare un ordine online cerca informazioni sul fornitore. Le recensioni, quando presenti, sono un ottimo modo per farsi un’idea in tal senso. Oltre al punteggio bada anche al numero e alla data di pubblicazione delle recensioni. Meglio scegliere fornitori che abbiano un buon numero di recensioni aggiornate e con un punteggio medio da 4 in poi.

Prodotti tipici toscani da regalare

Si sa la Toscana è una delle regioni d’Italia molto apprezzata per via della natura, dei monumenti presenti, per non parlare poi della campagna verdeggiante o della riviera assolata. Ma vogliamo parlare della cucina toscana?

Fare un elenco con tutti i prodotti tipici toscani è impossibile, tuttavia per chi è in cerca di un regalo originale da fare ad un proprio caro perché non porre l’attenzione su qualche specialità toscana?

 

E allora vediamo quali sono i prodotti tipici toscani da regalare:

1. Biroldo della Garfagnana

E’ uno dei migliori salumi italiani che vale la pena assaggiare almeno una volta nella vita. In poche parole si tratta di un sanguinaccio preparato con testa di maiale, lingua, cuore e spezie (chiodi di garofano, noce moscata, anice stellato, cannella). Si consuma a fette direttamente sul pane.

2. Guttus

Chi non ha mai sentito parlare del Guttus alzi la mano! E’ una specie di gorgonzola di pecora davvero molto deliziosa. Pare che il nome deriva da un principe etrusco. La crosta ha una presenza di muffe e una pasta molto cremosa dal sapore sapido ma al tempo stesso piccante.

La stagionatura è di almeno 4 mesi. Per poter stagionare ha bisogno di un ambiente con umidità controllata.

Si può accompagnare con miele o cioccolato fuso oppure come unica portata in qualità di dessert.

3. Mortadella di Prato

E che dire della mortadella di Prato? E’ un altro salume dal profumo davvero prelibato. E’ un prodotto unico nel suo genere. La sua storia si perde nella notte dei tempi. Quando questo prodotto è nato, si trattava di un alimento molto povero tant’è che veniva preparato con gli scarti della carne di maiale e il tutto era aromatizzato con l’Alkermes. Ma negli ultimi 20 anni a questa parte la preparazione è cambiata, anziché prediligere gli scarti di maiale, si scelgono le carni di maggior pregio mentre la speziatura è stata ridotta notevolmente.

Insomma per chi vuole fare bella figura con questo salume il successo è garantito! E’ uno dei prodotti tipici toscani maggiormente prediletto e apprezzato.

4. Sfratto dei Goym

Si tratta di un dolce della tradizione ebraica. La sua forma è un biscotto cilindrico con ripieno di noci tritate, miele, noce moscata, scorza di arancia.

La sfoglia dell’involucro viene preparata con farina di grano tenero, zucchero, vino bianco e una spennellata di olio. Da tutto ciò si ottiene un dolce davvero molto squisito che vale la pena  assaggiare.

L’olio calabrese

Probabilmente quando si pesa alla Calabria una delle prime cose che viene in mente è senza dubbio l’olio, conosciuto in tutta Italia e non solo, considerato l’”oro verde” della regione, fonte di sostentamento e risorsa da non sottovalutare.
Il prodotto che si ottiene dalla spremitura della varietà di Olive Carolea viene riconosciuto come eccellente tanto dal punto di visita salutistico quanto da quello sensoriale.
Uno dei motivi che rende speciale ed unico l’olio calabrese riguarda i luoghi in cui si trovano le coltivazioni, esse infatti vengono ubicati in terreni dove viene praticata un’agricoltura di tipo estensiva, lontano da industrie, strade trafficate, discariche o qualsiasi fonte di inquinamento tale da compromettere la salute degli ulivi e di conseguenza l’olio.

Il New York Times

Non molto tempo fa il popolare giornale New York Times ha denunciato il ‘’suicidio’’ dell’olio extravergine attraverso quindici vignette atte a smascherare ciò che la Coldiretti denuncia ormai da anni e che riguarda l’assenza dell’obbligo di indicare, in etichetta, l’origine delle olive impiegate nell’extravergine.
L’assenza di tale obbligo non fa che determinare la presenza di truffe di non poco conto, l’assenza di una trasparenza che attualmente ognuno di noi dovrebbe reclamare come proprio ‘’diritto’’.
Tutto questo non fa che causare l’acquisto ed il consumo di prodotti che non hanno neanche lontanamente la qualità di quelli calabresi o di altra regione, mettendo a rischio il presente ed il futuro di un intero settore: gli agricoltori calabresi finiscono per essere sottopagati, le aziende agricole di tipo olivicolo iniziano a chiudere e nelle nostre tavole arrivano oli spacciati per Made in Italy ma in realtà miscelati con altri di scarsa qualità.
Quanto detto non può che determinare una presa di coscienza da parte del governo ed il conseguente utilizzo di alcuni dei finanziamenti per la regione Calabria, proprio per il settore di cui abbiamo discusso.

Tipi di Olio DOP

Nel territorio calabrese troviamo esattamente tre tipi di olio DOP: Bruzio DOP, Lametia DOP e Alto Crotonese DOP.
Il primo è un olio biologico prodotto attraverso la spremitura a freddo di olive di prima scelta, selezionate con lo scopo di ottenere un’alta qualità.
Il secondo si distingue per l sapore delicato e fruttato di media intensità e per la scarsa acidità, risulta inoltre ricco di polifenoli e Vitamina E.
Il terzo appare giallo dorato con riflessi verdi decisi, il suo odore è fruttato e di media intensità. È un olio armonico che alla fine ha un gusto amaro e piccante, adatto a chi apprezza queste note di gusto.

Diventa un vero Chef-fuoriclasse: ecco il migliore corso di formazione per chef

 

Molte persone credono di poter diventare chef da un giorno all’altro, semplicemente cucinando quanto più possibile tra le quattro mura domestiche, andando alla ricerca di ricette sempre nuove online oppure sui libri dei più grandi chef del mondo e guardando innumerevoli programmi di cucina in televisione. Coloro che credono di poter diventare chef in questo modo, vivono di false speranze. Quella dello chef è una figura professionale infatti davvero molto complessa, che necessita che molti diversi elementi si incastrino alla perfezione tra loro, una figura professionale che può nascere davvero e che ha delle speranze di fare carriera solo seguendo un buon corso di formazione. Ovviamente di corsi di formazione nel settore della ristorazione ne esistono a centinaia, ma tra le proposte più interessanti ci sentiamo in dovere di segnalare il corso chefuoriclasse di CEF – Centro Europeo di Formazione.

Questo è un corso eccellente perché non offre ai futuri chef solo la possibilità di scoprire ogni più piccolo segreto delle tecniche della cucina, ma perché garantisce ai futuri chef di comprendere appieno quale sia il loro ruolo in una cucina professionale. Uno chef deve essere in grado di realizzare i piatti secondo la tradizione, ma anche sempre con qualche piccolo accorgimento creativo ed innovativo, propendo nuovi abbinamenti che possano destare interesse negli ospiti del suo ristorante, e deve saper impiattare le sue pietanze al meglio così che sia possibile ottenere un eccellente effetto scenografico. Uno chef deve sapersi anche organizzare al meglio in cucina e deve saper sincronizzare i tempi di cottura in modo impeccabile. Deve però anche saper essere il capo della sua brigata, sapendo quindi sempre come approcciarsi al meglio con il personale della cucina ma anche con il personale di sala. Inoltre uno chef deve saper gestire anche le pratiche amministrative e burocratiche della propria cucina, deve saper gestire i soldi a disposizione, deve avere un’infarinatura di marketing così da poter fare pubblicità al meglio al suo locale e ai suoi piatti, deve saper organizzare eventi e tenere la contabilità. Certo, un giorno forse potrà anche delegare alcune di queste attività ad altri, ma solo se le conosce bene, in modo intenso, ha la possibilità di poter avere una carriera fertile, in ascesa, una carriera davvero carica di soddisfazioni. E il corso del Centro Europeo di Formazione consente di ottenere tutto questo, un corso insomma davvero completo.

Il corso chefuoriclasse di CEF è eccellente anche perché si tratta di un corso a distanza. Questo significa che il corso può essere seguito senza alcuna difficoltà anche da coloro che vanno ancora a scuola o da coloro che hanno un lavoretto part time e significa soprattutto che ognuno può studiare dal luogo che più preferisce, seguendo il proprio ritmo personale, con la possibilità insomma di dare sempre il massimo ed essere sempre concentrato. Ovviamente il corso prevede un’assistenza continua da parte del docente, così da poter fugare ogni dubbio e da poter affrontare le verifiche sempre al meglio. Inoltre il corso offre un apprendimento molto social, con la possibilità online di scambiare idee ed opinioni con gli altri corsisti e di dare il via a veri e propri dibattiti, perché alla fine solo attraverso lo scambio e la condivisione è possibile crescere, sia come figure professionali che come persone.

EnoArte di Elisabetta Rogai

Nell’occasione della V Edizione di Food&book,  Enoarte di Elisabetta Rogai, Mital e l’Azienda Agricola La Querce hanno voluto raccontare una storia che ha un passato lungo 8 mila anni…….

Una eccezionale performance live dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai, che con  la sua esclusiva tecnica di EnoArte, già da anni brevettata su materiali quali tela, jeans e marmo, ha dipinto con il Sangiovese dell’azienda La Querce, interagendo con gli ospiti, una nuova creatura artistica ispirata alla Terra, dal titolo “Oltre le tenebre”.

Il vino-pittura utilizzato è stato un toscano fermentato e conservato in un gigantesco orcio di terracotta di Mital dell’Impruneta, il paese della terracotta, che è stato appositamente collocato in sala per il processo di creazione dell’opera. Un particolare omaggio al “paese dal colore rosso”, dove la storia legata a orci e Brunelleschi affonda le sue radici nel periodo Medievale, ma è stato anche un momento unico e raro per vedere in azione le inesplorate interpolazioni tra arte e vino realizzate dall’originale artista che vive, tramite la sua fervida e virtuosa attività, una perfetta simbiosi con la natura.

Mitale e Azienda Agricola La Querce, un insolito binomio d’arte per Elisabetta Rogai, terracotta e vino toscano de La Querce fermentato e conservato in un orcio di terracotta di Mital dell’Impruneta, il paese della terracotta, il  “paese dal colore rosso”, dove la storia legata agli orci e a Brunelleschi affonda le sue radici nel periodo Medievale,  la “civiltà del cotto“ nata nel XI secolo, che racconta di questo affascinante mondo color rosso brunito, dove vivono ancora grazie alle poche fornaci rimaste, le attività delle famiglie patriarcali di una volta. Terracotta e Vino, la terra toscana, una terra eccellente e di altissima qualità, il Galestro Imprunetino.

Quella del vino fermentato nella terracotta è un mercato di nicchia, ma si riscontra un grande interesse da parte di nomi importanti dell’enologia italiana e mondiale che porta a pensare ad un trend generale in ascesa La terracotta dell’Impruneta ha caratteristiche ideali per la vinificazione e la maturazione del vino, fornisce inoltre un ottimo isolamento termico e quindi ha la capacità preservare il vino da pericolosi sbalzi di temperatura, mentre la sua porosità consente allo stesso di conservare una giusta ossigenazione e tutto ciò, poiché la terracotta è un materiale inerte, avviene senza trasmettere alcun tipo di sapore, cosa che invece non accade quando il vino è conservato nel legno.  Altra caratteristica della terracotta è quella di conservare l’integrità dell’uva, il vino si presenta con un colore rosso porpora intenso, deciso e profondo, il profumo dona sensazioni di confettura di frutti rossi in primo piano accompagnate da note leggermente tostate, speziate e di pepe oltreché un sentore minerale dovuto alla terracotta. In bocca una certa morbidezza è resa vitale da una buona vena di freschezza e tannicità.

E la storia affascinante si è presentata durante la Cena della Legalità, format oramai consolidato dallo Chef calabrese Filippo Cogliandro che della propria arte culinaria ha creato un pretesto per parlare della “sua” terra connessa alla legalità, presso il Grand Hotel Croce di Malta, a Montecatini. L’occasione propizia per “ gustare un territorio” e conoscerlo attraverso i prodotti, i sapori, i profumi ed i colori: nel rispetto delle sue origini e della passione di quello che oramai per Cogliandro è diventato un “rito” tout court.

 

www.elisabettarogai.it

www.laquerce.com

www.terrecottemital.it

 

press: Cristina Vannuzzi

Un’esplosione di gusto: la cucina messicana

 

I piatti preparati nella cucina messicana sono molto famosi per il loro tocco intenso e per la varietà dei gusti che offre, per i profumi delle numerose spezie utilizzate e, ancor di più per le allegre e colorate decorazioni con cui vengono servite. Ma le ricette messicane sono conosciute nel mondo anche perché fanno parte di una delle cucine in cui la quantità di proteine, vitamine e minerali è tra le più alte a livello globale.

La maggior parte di questi piatti proviene dalle tradizioni instaurate da Aztechi e Maya prima della scoperta dell’America e vengono preparate con ingredienti che erano tipici del luogo come ad esempio le quesadillas, che sono tortille preparate con cereali o farina e condite con formaggio fresco di Queso, carne di pollo e di maiale, hanno al loro interno il tradizionale pepe del Cile.

I colori proposti da questi piatti, che colpiscono per la loro varietà, vengono creati attraverso l’uso di una grande quantità di tipi di verdure come ad esempio i peperoni rossi e gialli, il peperoncino rosso piccante e non, i peperoni verdi, i broccoli, il cavolfiore e i ravanelli.

 

Alcune tradizioni della cucina messicana

 

Le pietanze della cucina messicana si differenziano in base alla regione di provenienza per via delle differenze climatiche che variano da regione a regione e delle differenze etniche fra gli abitanti del luogo. Ad esempio al nord si potrà gustare una cucina ricca di molte varietà di carne, mentre, nel Messico del sud-est potrete gustare una grande selezione di verdure piccanti e pollo. Ma in tutto il Messico non mancherete di trovare anche frutti di mare preparati nello stile di Veracruz e piatti dal sapore esotico, conosciuti come cucina prehispánica di comida che, come da tradizione azteca o maya, usa ingredienti particolari come ad esempio la carne di iguana o quella di serpente ma anche di cervo e scimmia fino ad arrivare all’utilizzo di alcune varietà di insetti.

 

Cucina messicana in Italia

Ma se volete provare uno dei tanti piatti tipici della cucina messicana sarà possibile trovarne di ben fatti anche in un Ristorante messicano a Roma o nella vostra città. Qui, infatti, potrete gustare preparazioni tradizionali come la salsa guacamole, a base di avocado; la fajidas, tipico street food dell’America centrale; i fagioli alla messicana, rinomati in tutto il mondo; i burritos, cioè una sorta di piadina in stile tex-mex; ma anche dolci come il dulche de leche a base di latte e i jamoncillos con latte e frutta secca.

 

Pomodori e umami

Scritto da Giuseppe Capano il 4 agosto 2017 – 22:21

Pomodorini in cottura 518Tutti conosciamo i sapori di base, ci accompagnano da quando siamo nati e nell’insieme pensiamo che siano quelli comuni e scontati che abbiamo piano piano acquisito nella vita e anche se abbiamo qualche sospetto spesso non pensiamo ce ne siano altri.
Che vi fosse almeno un altro sapore di base, invece, già in molti in passato se lo erano chiesto e dopo varie vicende alterne alla fine si è ritenuto di dover codificare quale altro elemento sensoriale forte vi fosse nel corollario complessivo di ciò che percepiamo.

Si tratta dell’umami uno dei sapori fondamentali di riferimento anche se appunto la sua introduzione e classificazione è relativamente recente.
Si tratta sostanzialmente dell’ultimo secolo e tutto sommato è in apparenza ancora abbastanza sconosciuto nella nostra cucina in cui le sue sostanze di base come il glutammato sono poco famigliari o al contrario fortemente demonizzate per far parte in maniera artificiosa e fastidiosa di molti dadi e estratti di carne industriali.
A livello aromatico l’impronta è quella di una sorta di forte sapidità slegata dal concetto classico del salato come normalmente lo intendiamo in occidente, mentre in oriente è molto famigliare e riconducibile a tante preparazioni della cucina locale.
Come dicevo il glutammato o l’acido glutammico è alla base di questo sapore di base ed è interessante notare che la sua presenza è in realtà più frequenta di quello che si pensi anche nelle nostre ricette tradizionali per via di normalissimi ingredienti di base molto usati.
Fra tutti il pomodoro che nasconde al suo interno una concentrazione interessante di questa sostanza soprattutto quando è molto maturo e di stagione con il lavoro naturale del sole sulla pianta.
Dobbiamo fare attenzione però perché spesso si rischia inconsapevolmente di perdere questa sostanza in quanto è concentrata più nella polpa gelatinosa interna attaccata ai semi che nel tessuto sodo rosso.
E perderla è un peccato in quanto usufruire di questo sapore consente di limitare molto la presenza del sale esterno che spesso si aggiunge alle pietanze in maniera sproporzionato.
Quando si puliscono i pomodori quindi meglio recuperare sempre la polpa interna scartando i soli semi, una possibilità è anche quella semplicemente di frullare leggermente il tutto e poi filtrare.
Con questa sorta di acqua gelatinosa molto saporita si possono ad esempio far marinare delle verdure affettate fini come delle zucchine e iniziare così a percepire come grazie a questo semplice accorgimento l’ortaggio acquista un sapore gradevole senza dover aggiungere altro.
Provate in una di queste giornate di vacanza approfittando dei pomodori stagionali maturati al sole specie se avete la fortuna di farveli regalare da qualche contadino locale!!!

Pomodorini 518

Tags: aromi, condimenti, insaporitori, umami
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Fonte: Pomodori e umami

L’Italia: terra di sapori

 

L’Italia, terra di sapori, nasconde in ogni angolo vere e proprie perle culinarie ed enologiche. Sono innumerevoli i prodotti territoriali dei quali il nostro paese può vantare, alcuni più noti come per esempio i vini, altri più particolari e ricercati, come ricette antiche che si tramandano da generazioni. Chi ama il mondo del food&beverage certamente rimarrà piacevolmente colpito dal sito abcvino.com ; portale semplice ed intuitivo, si distingue da molti altri per l’incredibile varietà di notizie ed informazioni inerenti all’universo enogastronomico italiano e non solo.

Abcvino.com riporta tutte le notizie provenienti dal settore relative a premi, innovazioni tecniche e tecnologiche, imprenditoria giovanile, ponendo l’accento sul punto di vista estero, ovvero sottolineando quando come e perché gli altri Paesi invidiano la nostra produzione vinicola e alimentare.

Il portale è suddiviso in categorie e aree tematiche contenenti articoli di blog sempre interessanti e originali che invogliano ancor di più ad addentrarsi per scoprire tutti i segreti del food Made in Italy.  Le aree tematiche riguardano le Fiere del vino, la Gastronomia e le ricette, i vini italiani e altri articoli di vario genere.

Fiere del Vino

Come si può intuire dal titolo stesso, questa sezione del sito è dedicata a tutti gli eventi enologici in programma per i mesi seguenti. Queste fiere sono dedicate ai professionisti di settore che presentano la propria azienda e cantina, ma anche ad intenditori che vogliono, per così dire, restare in allenamento assaggiando i vini di nuova produzione. Le porte sono aperte a tutti anche a chi si addentra nel mondo della divina bevanda per la prima volta e ne vuole scoprire i mille volti. Uno degli eventi più noti di questo periodo è senza dubbio il Vinitaly, svoltosi a Verona; questa fiera ha radici lontane, infatti prese vita per la prima volta nel 1967.

Gastronomia

In gastronomia, inutile dirlo, troviamo tutto ciò che riguarda le novità in ambito food. Dalla produzione di varie tipologie di olio alla loro provenienza, dall’esplosione e diffusione del finger food alla novità di quelli che oggi sono noti come temporary restaurant e naturalmente tutte le notizie che riguardano ristoranti vegani. E ancora, ricette, trucchi della cucina, piatti tipici e abbinamenti piatto – vino. Il mondo della gastronomia italiana non ha segreti.

Vini italiani

…e non solo. Questa sezione del sito è dedicata solo al vino, alle bollicine. I post pubblicati riguardano naturalmente le tipologie di uve e le cantine italiane, ma anche il largo impiego che si fa del vino anche in ambiti trasversali come la cosmesi oppure è possibile scoprire che collegamento persiste tra i vigneti e le fasi lunari.

Miscellanea

Ultima ma non meno importante voce del menù. Contiene un mix di tematiche legate a cibi e bevande più in generale, snocciolando curiosità e storia di vini birre e ricette regionali. Ecco alcuni degli ultimi articoli postati: