Il Franciacorta è uno dei vini spumanti italiani più noti in assoluto. La denominazione di questo prodotto DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) deriva dal territorio di produzione, la Franciacorta, una delle zone spumantistiche più importanti insieme all’Oltrepò Pavese, il Trentino, l’Astigiano e la Valdobbiadene. Geograficamente è una zona collinare che si trova tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo.
Per inciso, il nome della zona in questione non ha niente a che vedere con la Francia; è soltanto il risultato di variazioni linguistiche dell’espressione latina “curtes francae” ovvero corte franca, cioè libera da imposte. Nel XV sec. questo territorio, in buona parte paludoso, era infatti sotto il dominio della Repubblica Veneta che lo esentò dal pagamento delle tasse.
Oggi il disciplinare di produzione dello spumante Franciacorta comprende l’intero territorio di quattordici comuni e parte di altri sei, tutti in provincia di Brescia.
Franciacorta: un vino eccelso
Una caratteristica del vino Franciacorta che ci dà l’idea del suo eccelso livello qualitativo e del suo grado di apprezzamento è che è uno dei pochi vini che, in base ai regolamenti della Comunità Europea, può indicare in etichetta soltanto il nome, ovvero Franciacorta. Non è cioè richiesta, come nel caso di altri prodotti vinicoli, l’aggiunta della dicitura DOCG. Questo privilegio è concesso soltanto ad altri due vini italiani, il Marsala e l’Asti.
Il Franciacorta si caratterizza per il fatto che la sua produzione può essere effettuata soltanto con il “Metodo Classico” che si contrappone al “Metodo Charmat” (altresì noto come “Metodo Martinotti”). Semplificando al massimo, la differenza fra questi due metodi di spumantizzazione è che nel primo la presa di spuma avviene direttamente in bottiglia, mentre nel secondo caso in autoclave.
Franciacorta: Bianco, Rosé e Satèn
Il disciplinare di produzione del Franciacorta prevede tre tipologie di spumante: Bianco, Rosé e Satèn.
Una volta pronti per l’immissione al consumo questi vini devono avere determinate caratteristiche.
Il Bianco, dal colore giallo paglierino, ha un odore molto fine, delicato, ampio e complesso. Il sapore è sapido, fresco, fine e armonico. Il Rosé, dal colore rosa, ha un odore fine, delicato, ampio e complesso, con sentori caratteristici del Pinot nero. Il sapore è sapido, fresco, fine e armonico. Il Satèn ha un colore giallo paglierino intenso, odore fine e delicato e un sapore sapido, cremoso, fine e armonico.
Per quanto concerne l’odore, tutte e tre queste tipologie hanno note proprie della rifermentazione in bottiglia. Per quanto concerne i vitigni, quelli che è possibile utilizzare per la produzione di questi vini sono lo Chardonnay, il Pinot nero, il Pinot bianco e l’Erbamat. Quest’ultimo è stato aggiunto da pochi anni al disciplinare di produzione. Si tratta di un vitigno autoctono già coltivato nel XVI sec. e in seguito abbandonato. È stato riscoperto di recente e inserito nel disciplinare in quanto potrebbe rivelarsi una buona soluzione alle problematiche indotte dai cambiamenti climatici. L’innalzamento delle temperature medie estive ha infatti gradualmente anticipato le vendemmie dei vitigni Pinot e Chardonnay, cosa che va a scapito del contenuto di acidità. Alcuni studi hanno indicato che l’Erbamat può apportare acidità e finezza, da qui la sua introduzione nel disciplinare.
Gli abbinamenti gastronomici
La temperatura di servizio di un Franciacorta va dai 6 agli 8 °C. Per quanto riguarda più specificamente gli abbinamenti, un Franciacorta Bianco è perfetto per accompagnare ricette dal sapore delicato a base di pesce, che si tratti di antipasti, primi o secondi.
Il Franciacorta Rosé, invece, può essere abbinato a ricette di pesce e verdure dal sapore più intenso. È ottimo anche per accompagnare i piatti a base di carni bianche e rosse. Va benissimo anche abbinarlo ai risotti. Il Franciacorta Satèn è la scelta ideale per i piatti a base di frutti di mare o di pesce. Ottimo l’abbinamento coi risotti delicati così come va benissimo per accompagnare la degustazione di formaggi non eccessivamente saporiti. Lo si può inoltre proporre come accompagnamento ai piatti a base di pasta al forno.
Per quanto riguarda i dessert, la scelta più indicata fra le tre tipologie è il Rosé.