Sono decisi, fieri e qualche volta austeri: i vini in purezza non cedono a nessun compromesso. Dedicati ai palati dei veri intenditori, negli ultimi decenni hanno cercato la strada per stupire anche i neofiti e coloro che amano percorrere sentieri meno impervi. Il risultato? Un vero successo, come testimoniano questi 5 vini italiani che rappresentano un vero e proprio vanto nazionale.
Il segreto dei monovitigni
Ma cosa significa vinificare in purezza? La risposta non è semplice. Da un punto di vista strettamente tecnico, vuol dire che per produrre quel determinato vino è stato utilizzato un solo tipo di uva ma in realtà, questo termine, cela un mondo diverso, inaspettato. Il monovitigno amplifica al massimo i caratteri varietali dell’uva protagonista, li esalta senza nasconderli. È la traduzione in termini sensoriali delle caratteristiche di un determinato terroir e della mano sapiente dei viticoltori. Pensiamo, ad esempio, alla Ribolla Gialla, un vino che da solo ha il potere di comunicare al mondo l’essenza del Friuli. Il suo sorso narra del terreno nel quale cresce la vite, la ponca friulana, del clima del Collio, terroir d’elezione, ma anche dell’impegno di winemaker che hanno accettato la sfida di produrre vini in purezza.
Elegante, piacevolmente acida, dotata di quella scorrevolezza che seduce il palato: la Ribolla Gialla è un bianco di carattere e capace di mutare colore in base al tipo di vinificazione. La scuola di Oslavia ci ha insegnato che la macerazione sulle bucce e il riposo in botte regala a questa uva una piacevole colorazione che vira verso l'arancione, creando così la base per eccellenti orange wines. Senza questo passaggio invece offre una veste snella ed elegante e un colore delicato, di un bel giallo paglierino.
Tra i vari produttori in loco un posto d’onore è occupato dall'eccellente interpretazione della Ribolla in purezza che ci ha regalato Villa Vitas, una cantina storica del borgo di Strassoldo, in Friuli. Dominata dalla splendida villa settecentesca che è possibile affittare per soggiorni ed eventi, l’azienda offre un’etichetta che ci ha stupito nella degustazione per la sua veste fresca e immediata dominata dai tipici caratteri varietali che conducono il gioco senza mai prevaricare la piacevolezza della beva.
Il Merlot
Basta dire Merlot per evocare la malizia di un giardino fruttato, di un raggio di sole che scalda le mani e di un rosso che domina la scena con il suo profumo inconfondibile. Merito della vinificazione in purezza che gli ha permesso finalmente di esprimere la sua naturale identità. Questo vino spesso è viene utilizzato in blend con altre varietà, come nel caso del taglio bordolese. Un assemblaggio che regala senza dubbio prodotti eccellenti, come il passionale e aristocratico Bordeaux, ma è da solo che il Merlot svela tutto il suo potenziale. Un profumo fruttato di eccezionale intensità che lentamente evolve verso un tipico sentore di sottobosco e di cuoio, di tabacco e di fine cioccolato.
Il Sangiovese, un Supertuscan prezioso
È il vitigno più coltivato in Italia ma anche l’uva che regala vini che tutto il mondo ci invidia. Ne citiamo uno su tutti, il più blasonato ma anche il più adatto a testimoniare l’importanza della vinificazione in purezza: il Brunello di Montalcino. Il Sangiovese non fa sconti, la sua vinificazione è definita pericolosa nei documenti storici perché basta un niente, una virgola di troppo, a renderlo aceto. Va trattato con i guanti? Si, anche se forse sarebbe meglio affermare che è un rosso che deve essere lasciato da solo a guidare le danze. E non sbaglia un passo. Il risultato è un naso che diventa ostaggio di un bouquet succoso di frutti neri che evolvono rapidamente in un terreno fatto di terra, humus e funghi. Al palato l’acidità si lega con un tannino vellutato e paziente; è il re dei vini, da riporre con cura in cantina.
Barbera
La vinificazione in purezza ha regalato alla Barbera il posto che gli spettava di diritto nell'enologia piemontese. Oscurata dal Barolo, vino passito simbolo di festa e di aristocrazia, la barbera è il rosso che si distingue per i tratti austeri ma anche per la produzione sovrabbondante. Un tempo era considerato un vino da pasto, oggi invece, l’interpretazione da solista regala ottime etichette, veri e propri palcoscenici in cui la tenacia muscolare del sorso, ricco e nervoso, fa da contraltare a un profumo tipicamente fruttato.
Negroamaro
Il Negroamaro è la storia dell’identità di un terroir, di un rosso che ha percorso la strada del successo, partendo da semplice uva da taglio per i vini settentrionali e diventando nel tempo il simbolo del Salento stesso. È puro oro nero, che arde come la terra che lo nutre e come il sole che scalda i grappoli. La vinificazione in purezza accentua la veste speziata, il sottofondo dominato dalle erbe aromatiche, dal tabacco e da piacevoli sfumature di macchia mediterranea. Numerose le variazioni sul tema e anche qualche assemblaggio ben riuscito. Ma per assaporare il cuore della terra, del sole e del vento, il consiglio è soltanto uno: un calice di Negroamaro da bere vista mare!
In conclusione, la vinificazione in purezza non è soltanto una tecnica, ma un vero e proprio omaggio ad alcuni vitigni fieri, indomiti, in una parola semplicemente italiani.