Prodotti tipici toscani da regalare

Si sa la Toscana è una delle regioni d’Italia molto apprezzata per via della natura, dei monumenti presenti, per non parlare poi della campagna verdeggiante o della riviera assolata. Ma vogliamo parlare della cucina toscana?

Fare un elenco con tutti i prodotti tipici toscani è impossibile, tuttavia per chi è in cerca di un regalo originale da fare ad un proprio caro perché non porre l’attenzione su qualche specialità toscana?

 

E allora vediamo quali sono i prodotti tipici toscani da regalare:

1. Biroldo della Garfagnana

E’ uno dei migliori salumi italiani che vale la pena assaggiare almeno una volta nella vita. In poche parole si tratta di un sanguinaccio preparato con testa di maiale, lingua, cuore e spezie (chiodi di garofano, noce moscata, anice stellato, cannella). Si consuma a fette direttamente sul pane.

2. Guttus

Chi non ha mai sentito parlare del Guttus alzi la mano! E’ una specie di gorgonzola di pecora davvero molto deliziosa. Pare che il nome deriva da un principe etrusco. La crosta ha una presenza di muffe e una pasta molto cremosa dal sapore sapido ma al tempo stesso piccante.

La stagionatura è di almeno 4 mesi. Per poter stagionare ha bisogno di un ambiente con umidità controllata.

Si può accompagnare con miele o cioccolato fuso oppure come unica portata in qualità di dessert.

3. Mortadella di Prato

E che dire della mortadella di Prato? E’ un altro salume dal profumo davvero prelibato. E’ un prodotto unico nel suo genere. La sua storia si perde nella notte dei tempi. Quando questo prodotto è nato, si trattava di un alimento molto povero tant’è che veniva preparato con gli scarti della carne di maiale e il tutto era aromatizzato con l’Alkermes. Ma negli ultimi 20 anni a questa parte la preparazione è cambiata, anziché prediligere gli scarti di maiale, si scelgono le carni di maggior pregio mentre la speziatura è stata ridotta notevolmente.

Insomma per chi vuole fare bella figura con questo salume il successo è garantito! E’ uno dei prodotti tipici toscani maggiormente prediletto e apprezzato.

4. Sfratto dei Goym

Si tratta di un dolce della tradizione ebraica. La sua forma è un biscotto cilindrico con ripieno di noci tritate, miele, noce moscata, scorza di arancia.

La sfoglia dell’involucro viene preparata con farina di grano tenero, zucchero, vino bianco e una spennellata di olio. Da tutto ciò si ottiene un dolce davvero molto squisito che vale la pena  assaggiare.

Scopri il corso CEF per diventare cuoco con un docente d’eccezione, Cannavacciuolo

Hai deciso di diventare un cuoco? Tra le tue massime aspirazioni c’è quella di riuscire a lavorare all’interno di una cucina professionale oppure di aprire un locale tutto tuo dove riuscire ad esprimere la tua creatività ai fornelli? Bravissimo, la tua è una decisione eccellente, perché chi ha una passione per la cucina e un vero e proprio talento non dovrebbe mai sprecare questi eccezionali doni naturali e perché quella del cuoco è una carriera semplicemente incredibile. Si tratta di una carriera che ti chiederà di scendere a compromessi tra la vita lavorativa e la volta provata, che ti metterà a dura prova, che porterà via molto del tuo tempo, ma anche di una carriera ricca di immense soddisfazioni, soddisfazioni che nessun altro lavoro forse può garantire. Perché quando si riesce a cucinare bene non si hanno soddisfazioni solo economiche, ma anche soddisfazioni personali, successi continui, senza dimenticare poi quanto sia meraviglioso regalare con i propri piatti emozioni, sentimenti, racconti, regalare con i propri piatti una parte di sé a tutti i commensali.

Talento, passione, voglia di regalare emozioni, non bastano di certo però a trasformati in una figura professionale degna di entrare in una cucina. Hai bisogno di seguire un buon corso per cuoco. Ce ne sono innumerevoli di corsi per cuoco, ce ne rendiamo perfettamente conto, ma solo uno dei corsi disponibili oggi in italia ha come docente d’eccezione niente meno che Cannavacciuolo. Stiamo parlando del corso per cuoco del Centro Europeo di Formazione. Che cosa ne pensi si Cannavacciuolo? Se sei tra quelle persone che credono che si tratti di uno chef che riesce a garantire i migliori piatti della tradizione italiana rivisitandoli in chiave contemporanea, se pensi che sia un uomo che è riuscito a creare un suo impero dal nulla, se credi che nei suoi piatti non ci siano solo ingredienti d’eccezione e tecniche semplicemente impeccabili, ma anche cuore e anima, allora questo è senza alcun dubbio il corso perfetto per te. Potrai imparare a cucinare proprio come lui! Non ti sembra semplicemente meraviglioso? A noi sì, un'opportunità più unica che rara per tutti coloro che vogliono diventare cuochi, che deve quindi assolutamente essere accolta a braccia aperte.

Il bello di questo corso è che non si tratta di un classico percorso formativo in aula. Questo a prima vista potrebbe sembrare un elemento negativo, perché sarebbe bello stare a contatto con Cannavacciuolo ogni giorno e sentirsi seguiti al meglio, lezione dopo lezione. Possiamo assicurarvi però che le lezioni in aula di stampo tradizionale celano dei problemi che possono essere insormontabili. Prima di tutto è necessario ricordare che la sede delle lezioni potrebbe essere troppo distante dalla tua città. Inoltre gli orari potrebbero non essere adatti al nostro male svolgimento della tua routine quotidiana e ai tuoi impegni. Senza dimenticare che in aula con te sarebbero presenti molti altri studenti e che quindi le attenzioni del docente dovrebbero necessariamente essere divise tra tutti in modo quanto più equo possibile. Sono problemi che intaccano la possibilità di comprendere al meglio ogni tecnica culinaria, problemi che con un corso in elearning come quello di CEF non esistono affatto.

Potrai studiare direttamente da casa, facendo esperienza dalla tua cucina, in ogni giorno e orario che a te sta bene, seguendo il tuo ritmo personale e potendo contattare i docenti del centro di formazione in chat o telefonicamente ogni volta che ne hai bisogno. Inoltre il Centro Europeo di Formazione segue un metodo di apprendimento multimediale e social, offrendoti molti strumenti per approfondire ogni argomento e garantendo la possibilità tramite un'apposita piattaforma di interagire al meglio con tutti gli altri corsisti e con i docenti, aprendo discussioni che sono fertili e che fanno crescere, avendo la possibilità di arrivare così a conoscere ogni aspetto di questa professione che hai scelto di intraprendere.Si tratta insomma di un nuovo modo di fare formazione, che noi consigliamo caldamente.

Il gusto viene dalla conoscenza

Il vino costituisce da sempre una delle prelibatezze maggiormente apprezzate al mondo, ma nonostante siano in molti coloro che dichiarano di dedicarsi almeno ad un bicchiere giornaliero di questo gustoso nettare d’uva, in realtà a ben vedere sono davvero pochi quelli che ne conoscono la provenienza, i processi impiegati per ottenerlo e gli abbinamenti che gli consentono di sprigionare tutto il suo gusto.

Conoscere il vino non è infatti una cosa semplice, non solo perché ne esistono tantissime varietà che, per conoscere adeguatamente, sarebbero necessari anni e anni di studio; ma soprattutto in quanto ogni uva presenta delle peculiarità infinitesimali, ma che a loro volta danno il particolare gusto ad ogni bottiglia. Rosso, bianco, rosato, liscio, frizzante, corposo, leggero, ogni calice di vino rappresenta l’apice di un processo che nasce dall’intima interazione tra esseri umani, natura, tecnica e tecnologia.

Ogni vitigno una storia a se stante

Conoscere l’annata di una bottiglia o sapere a quale temperatura questa vada servita, sono soltanto alcune nozioni basilari che, se da un lato consentono comunque di degustare buona parte del sapore contenuto nel succo d’uva, d’altro canto però non esauriscono tutti i dettagli che è necessario conoscere se davvero si ha intenzione di lasciarsi deliziare da un simile nettare.

È infatti anzitutto la tipologia di vitigno impiegata per la produzione del particolare vino, a determinarne gran parte della sua essenza; Aglianico, Barbera, Gaglioppo, Malvasia, Nero d’Avola, Nebbiolo, Primitivo, ogni vitigno racchiude in se processi biologici dai quali dipende tutto il gusto delle bottiglie, così come la possibilità di ottenere diverse tipologie di vino le cui peculiarità vengono in gran parte determinate anche dal clima che caratterizza la particolare zona presa in considerazione; per chi fosse interessato a vivere eventi enogastronomici originali, ogni anno in Italia vengono organizzate degustazioni e sagre di vini locali, grazie alle quali poter conoscere i vitigni del luogo, visitare antiche cantine che ancora oggi funzionano a pieno regime, nonché ovviamente degustare alcuni dei più squisiti calici di vino.

Cosa cambia con la tecnologia

Una delle prospettive più interessanti sia per chi produce vino, che per coloro che si dedicano soltanto alla sua degustazione, è la possibilità di utilizzare la tecnologia di nuova generazione a supporto del settore del vino – vedi ad esempio Trentiner. Grazie infatti a strumenti innovativi come ad esempio i dispositivi che appartengono all’internet delle cose e che, come tali, sono sempre interconnessi alla rete, è possibile poter selezionare terreni che presentino caratteristiche ottimali in relazione a specifici vitigni e particolari stagioni, predisporre sensori in grado di proteggere l’uva da agenti nocivi e insetti, utilizzare accessori che consentono di monitorare temperatura e acqua a disposizione della piantagione, nonché tantissime altre soluzioni che ovviamente dipendono dalle necessità che si desidera supportare.

Coloro che amano conoscere il vino troveranno negli strumenti IoT un valido alleato, per mezzo del quale poter scoprire ogni particolarità dell’uva e come ogni passaggio che porta alla produzione della bottiglia, sia di fondamentale importanza nel determinare il gusto finale.

L’olio calabrese

Probabilmente quando si pesa alla Calabria una delle prime cose che viene in mente è senza dubbio l’olio, conosciuto in tutta Italia e non solo, considerato l’”oro verde” della regione, fonte di sostentamento e risorsa da non sottovalutare.
Il prodotto che si ottiene dalla spremitura della varietà di Olive Carolea viene riconosciuto come eccellente tanto dal punto di visita salutistico quanto da quello sensoriale.
Uno dei motivi che rende speciale ed unico l’olio calabrese riguarda i luoghi in cui si trovano le coltivazioni, esse infatti vengono ubicati in terreni dove viene praticata un’agricoltura di tipo estensiva, lontano da industrie, strade trafficate, discariche o qualsiasi fonte di inquinamento tale da compromettere la salute degli ulivi e di conseguenza l’olio.

Il New York Times

Non molto tempo fa il popolare giornale New York Times ha denunciato il ‘’suicidio’’ dell’olio extravergine attraverso quindici vignette atte a smascherare ciò che la Coldiretti denuncia ormai da anni e che riguarda l’assenza dell’obbligo di indicare, in etichetta, l’origine delle olive impiegate nell’extravergine.
L’assenza di tale obbligo non fa che determinare la presenza di truffe di non poco conto, l’assenza di una trasparenza che attualmente ognuno di noi dovrebbe reclamare come proprio ‘’diritto’’.
Tutto questo non fa che causare l’acquisto ed il consumo di prodotti che non hanno neanche lontanamente la qualità di quelli calabresi o di altra regione, mettendo a rischio il presente ed il futuro di un intero settore: gli agricoltori calabresi finiscono per essere sottopagati, le aziende agricole di tipo olivicolo iniziano a chiudere e nelle nostre tavole arrivano oli spacciati per Made in Italy ma in realtà miscelati con altri di scarsa qualità.
Quanto detto non può che determinare una presa di coscienza da parte del governo ed il conseguente utilizzo di alcuni dei finanziamenti per la regione Calabria, proprio per il settore di cui abbiamo discusso.

Tipi di Olio DOP

Nel territorio calabrese troviamo esattamente tre tipi di olio DOP: Bruzio DOP, Lametia DOP e Alto Crotonese DOP.
Il primo è un olio biologico prodotto attraverso la spremitura a freddo di olive di prima scelta, selezionate con lo scopo di ottenere un’alta qualità.
Il secondo si distingue per l sapore delicato e fruttato di media intensità e per la scarsa acidità, risulta inoltre ricco di polifenoli e Vitamina E.
Il terzo appare giallo dorato con riflessi verdi decisi, il suo odore è fruttato e di media intensità. È un olio armonico che alla fine ha un gusto amaro e piccante, adatto a chi apprezza queste note di gusto.

Diventa un vero Chef-fuoriclasse: ecco il migliore corso di formazione per chef

 

Molte persone credono di poter diventare chef da un giorno all’altro, semplicemente cucinando quanto più possibile tra le quattro mura domestiche, andando alla ricerca di ricette sempre nuove online oppure sui libri dei più grandi chef del mondo e guardando innumerevoli programmi di cucina in televisione. Coloro che credono di poter diventare chef in questo modo, vivono di false speranze. Quella dello chef è una figura professionale infatti davvero molto complessa, che necessita che molti diversi elementi si incastrino alla perfezione tra loro, una figura professionale che può nascere davvero e che ha delle speranze di fare carriera solo seguendo un buon corso di formazione. Ovviamente di corsi di formazione nel settore della ristorazione ne esistono a centinaia, ma tra le proposte più interessanti ci sentiamo in dovere di segnalare il corso chefuoriclasse di CEF – Centro Europeo di Formazione.

Questo è un corso eccellente perché non offre ai futuri chef solo la possibilità di scoprire ogni più piccolo segreto delle tecniche della cucina, ma perché garantisce ai futuri chef di comprendere appieno quale sia il loro ruolo in una cucina professionale. Uno chef deve essere in grado di realizzare i piatti secondo la tradizione, ma anche sempre con qualche piccolo accorgimento creativo ed innovativo, propendo nuovi abbinamenti che possano destare interesse negli ospiti del suo ristorante, e deve saper impiattare le sue pietanze al meglio così che sia possibile ottenere un eccellente effetto scenografico. Uno chef deve sapersi anche organizzare al meglio in cucina e deve saper sincronizzare i tempi di cottura in modo impeccabile. Deve però anche saper essere il capo della sua brigata, sapendo quindi sempre come approcciarsi al meglio con il personale della cucina ma anche con il personale di sala. Inoltre uno chef deve saper gestire anche le pratiche amministrative e burocratiche della propria cucina, deve saper gestire i soldi a disposizione, deve avere un’infarinatura di marketing così da poter fare pubblicità al meglio al suo locale e ai suoi piatti, deve saper organizzare eventi e tenere la contabilità. Certo, un giorno forse potrà anche delegare alcune di queste attività ad altri, ma solo se le conosce bene, in modo intenso, ha la possibilità di poter avere una carriera fertile, in ascesa, una carriera davvero carica di soddisfazioni. E il corso del Centro Europeo di Formazione consente di ottenere tutto questo, un corso insomma davvero completo.

Il corso chefuoriclasse di CEF è eccellente anche perché si tratta di un corso a distanza. Questo significa che il corso può essere seguito senza alcuna difficoltà anche da coloro che vanno ancora a scuola o da coloro che hanno un lavoretto part time e significa soprattutto che ognuno può studiare dal luogo che più preferisce, seguendo il proprio ritmo personale, con la possibilità insomma di dare sempre il massimo ed essere sempre concentrato. Ovviamente il corso prevede un’assistenza continua da parte del docente, così da poter fugare ogni dubbio e da poter affrontare le verifiche sempre al meglio. Inoltre il corso offre un apprendimento molto social, con la possibilità online di scambiare idee ed opinioni con gli altri corsisti e di dare il via a veri e propri dibattiti, perché alla fine solo attraverso lo scambio e la condivisione è possibile crescere, sia come figure professionali che come persone.

L’uso del miele in cucina

L’uso del miele in cucina

Il miele è un prodotto vivo, con le sue molteplici sfumature di gusto e di colore, aroma e sapore si può utilizzare  in cucina nei suoi utilizzi più classici (nel the, nelle tisane, nelle latte o nello yogurt, spalmato sul pane) come in quelli più insoliti o ricercati; una grande differenza nelle applicazioni del miele in cucina sta nell’uso di miele artigianale che, però, deve essere accuratamente scelto acquistandolo presso rivenditori di fiducia o in negozi specializzati come Rifugio Delizia.

I molteplici usi del miele in cucina

Fin dall’antichità, il miele era utilizzato in cucina come conservante, grazie alle sue proprietà antimicrobiche e all’alta concentrazione zuccherina che uccide i batteri per disidratazione attraverso l’attività osmotica. A testimonianza di ciò, il gastronomo romano Apicio (I secolo d.C.) ne consigliava l’uso per conservare in immersione diversi tipi di frutta e anche la carne; in realtà il miele può essere usato come antiossidante per trattare frutta e verdura che tende ad ossidarsi o scurirsi come mele o carciofi. Il miele ha lo stesso effetto del limone utilizzato per “inibire” l’ossidazione di frutti e verdure, ma a differenza del limone, l’impatto aromatico del miele è meno invadente, lasciando solo un leggero retrogusto di dolce. Per lo stesso motivo, è possibile utilizzare il miele come marinatura di pesci e carni crude a sostituzione del limone o dell’aceto. Grazie allo chef Claudio Pregl, si sono scoperte le proprietà del miele come stabilizzante di emulsioni: l’emulsione di miele e olio di oliva  non necessita di additivi nel processo di trasformazione e non si “smonta” mantenendo la consistenza desiderata per mesi (a questo scopo sono consigliati i mieli cremosi e di struttura cristallina).

Un uso più noto e diffuso del miele in cucina è con i prodotti da forno che sono resi più fragranti e soffici grazie all’igroscopicità del miele, ossia la capacità di assorbire e trattenere l’umidità: si può sostituire lo zucchero con il miele in molte ricette di prodotti da forno, come i biscotti, ricordandosi che il miele è più dolce dello zucchero per cui – a parità di peso – occorre ridurre del 20% le altri componenti liquide della ricetta (burro fuso o latte). Il miele nei prodotti da forno conferisce sofficità, fragranza, aroma, colore e soprattutto aiuta la lievitazione, in quanto ne costituisce nutrimento. Si può utilizzare il miele anche per preparare gelati, tenendo presente che per gelificare, il miele necessita di temperature più basse e di più tempo rispetto alle preparazioni con lo zucchero.

Un miele per ogni preparazione

In base al fiore e al nettare estratto dalle api, il miele cambia sapore, colore e consistenza e per questo può essere utilizzato in diverse preparazioni, sia dolci che salate:

  • Per addolcire bevande e infusi: è l’uso più classico del miele, i cui gusti più appropriati sono il miele di acacia, tiglio e arancio;

  • Per biscotti e semifreddi: si consiglia l’impiego di miele di acacia o arancio;

  • Per insaporire piatti salati e agrodolce: per la carne o il pesce, gli chef consigliano di utilizzare il miele di timo o di eucalipto;

  • Per glassature: il miele di castagno è ideale per glassare le cipolline e in abbinamento con i formaggi.

Infine, c’è una varietà di mieli che merita di essere scoperta e testata in cucina come il miele di lavanda, tarassaco, trifoglio, girasole, cardo, coriandolo, corbezzolo, melo e sulla.

Cena romantica a Roma

Cena romantica a Roma

Bisogna ammettere che l’idea di una cena romantica appartiene all’immaginario di molte donne, la prospettiva di sé con l’uomo del momento o della vita in un ristorante che pensiamo esista solo nei film è sicuramente allettante.
Roma è una di quelle città in cui è possibile realizzare questo desiderio, con i suoi Boutique Hotel come l’Hotel Teatro Pace e i suoi locali più o meno particolari dal punto di vista estetico e culinario.

Ristoranti a Roma Nord

Secondo il popolo del web ‘’Lo Zodiaco’’ è uno di quei posti dove bisogna andare assolutamente  a Roma, soprattutto se si ha in mente una serata romantica. È infatti mozzafiato l’idea di dominare la capitale con il proprio sguardo che si troverebbe ad un’altezza di 140 metri, permettendo di visualizzare dal centro storico ai Castelli Romani: un vero e proprio sogno ad occhi aperti.
Qui è possibile gustare deliziosi cocktail nonché alcune delle migliori pietanze della cucina romana e di quella italiana in generale, come la classica pizza ‘’romana’’ cotta a legna e, incredibilmente, senza dover rinunciare a i piatti della cucina internazionale; insomma qui tutti possono trovare qualcosa da gustare che sia all’altezza del panorama offerto.
Una particolarità del ristorante, che deriva direttamente dal nome, è quella di proporre dei menù personalizzati sulla base del proprio segno zodiacale, calcolando così anche l’affinità di coppia.
Un altro ristorante da non sottovalutare è il Tete à tete che si trova non lontano da Corso Francia. L’intero luogo è pensato ed organizzato per rendere le serate speciali e anche se sembrerà incredibile riceve solo due persone ogni sera e su prenotazione, mettendo al loro servizio tutto ciò che desiderano all’insegna dello charme e della privacy.

Ristoranti a Roma Centro

Se invece siete appassionati di cucina cinese non potrete sottovalutare il Green T. Il locale è concepito su quattro livelli disposti secondo la spirale di una tazza di tè fumante; l’atmosfera è quella tipica di un’accogliente abitazione cinese e comprende anche un giardino.
La cucina orientale è davvero particolare ma una menzione speciale va fatta alla Maestra del Tè che conduce gli ospiti nel mondo di questa bevanda con degustazioni uniche.
Tuttavia non può non menzionarsi il classico dei classici: l’Osteria Margutta, nel cuore del centro storico, si trova infatti praticamente a due passi a Piazza di Spagna.
L’interno del locale ricorda un vecchio teatro con i suoi elementi costitutivi: un palcoscenico, una platea, paralumi rossi e musica jazz di sottofondo e la tradizione culinaria romana a tavola.

3 errori da non fare quando si cuoce un dolce in forno

3 errori da non fare quando si cuoce un dolce in forno

Preparare un dolce può essere faticoso e difficile, ma cuocerlo forse anche di più. Questo perché la pasticceria è una vera scienza che richiede studio e una serie di accortezze. Il rischio è sempre quello di preparare dolci sbagliati, poco cotti e soprattutto davvero poco morbidi. Chiunque prepari ogni giorno dolci a domicilio lo sa benissimo: i forni non sono tutti uguali ma le regole di cottura praticamente sì. Ecco alcune per evitare di sbagliare.

1. Mai aprire il forno durante la cottura

Quando iniziate a cuocere un dolce abbiate cura di non aprire mai il forno durante il tempo di cottura. Questo perché lo sbalzo termico tra la temperatura bollente del forno e quella fredda dell’aria esterna potrebbe afflosciare il vostro dolce e renderlo irrimediabilmente più brutto. Cercate di aspettare almeno ¾ del tempo, e lasciatevi gli ultimi 10 minuti per un eventuale controllo del dolce. Attenzione: quando posizionate il vostro dolce, evitate di metterlo troppo in basso o troppo in alto. Se lo mettete troppo in alto, rischiate di cuocere solo la superficie e di lasciarlo crudo al centro mentre se è troppo in basso potrebbe accadere l’effetto contrario: brucia sotto ma non cuoce sopra. Meglio porlo in posizione centrale, una sorta di via di mezzo che renda la cottura più omogenea.

2. Attenzione alla temperatura

Vi è mai capitato di trovarvi davanti un dolce con una superficie troppo rialzata e ricco di pieghe al centro? Ciò accade quando la temperatura del forno è più alta del previsto: di conseguenza la superficie si cuoce troppo velocemente e si forma quindi una leggera crosta. Per ovviare ciò, provate a controllare in modo preciso la temperatura del forno, magari facendovi aiutare da un termostato che segnali eventuali sbalzi. Così facendo, avrete più possibilità di cuocere il vostro dolce in modo omogeneo.

3. E quando so che è cotto?

Per capire se un dolce è realmente cotto bisogna fare la famigerata prova dello stecchino. Prendete uno stuzzicadenti e inseritelo rigorosamente al centro del vostro composto (questo perché è la parte che ci mette di più a cuocere). Se lo stecchino esce completamente pulito, allora il vostro dolce è finalmente pronto. Se invece sembra che pieno di piccole briciole, dove aspettare ancora un po’. Non fidatevi dell’estetica del vostro dolce: il fatto che all’esterno vi sembra cotto può davvero ingannare. Ecco perché questa prova è importantissima per evitare di servire torte crude proprio al centro.

La cucina messicana

Quando si parla di tradizioni culinarie una di quelle più importanti è sicuramente quella messicana, che si caratterizza per i suoi gusti intensi con una particolare predisposizione per  piatti piccanti.

La cucina del Messico offre una grande varietà di pietanze che hanno subito influenze spagnole e caraibica.

Una delle principali caratteristiche della cucina messicana e la velocità di preparazione di alcuni piatti che ne fanno un emblema delle street food.

Ad oggi il cibo messicano è tra i più esportati al mondo e questo accade anche in Italia dove è ben rappresentato da ogni ristorante messicano a Roma.

Piatti tipici della cucina messicana

Una delle principali caratteristiche della cucina messicana è  quella delle salse come ad esempio il guacamole, una particolare salsa con avocado cipolla e lime e l’enchilada fatta con peperoni, pomodoro e peperoncino.

Queste salse vengono usate per accompagnare cibi come le tortillas,un tipico antipasto messicano.

Altri importanti piatti della cucina messicana troviamo il burrito,il nachos e la fajtas e huevo ranceros.

Insalata di quinoa

Questo piatto  viene molto utilizzato da chi mangia fuori casa e contiene al suo interno numerosi ingredienti tipici della cultura culinaria messicana.

In insalata di quinoa messicana possiamo trovare: fagioli neri, mais e avocado e grazie alla nota piccante tipica messicana risulta essere un piatto molto forte al palato  ed inoltre risulta essere un piatto molto nutriente visto che quinoa è ricca di proteine

Chili messicano

Quando si parla di cibo messicano non si può non nominare il chili, sicuramente il piatto più conosciuto della tradizione del paese del centro america.

Il chili è uno stufato di carne, che può essere di maiale  o manzo, a cui vengono aggiunti  dei fagioli neri  con pomodoro e il tipico peperoncino messicano che dona al chili il suo inconfondibile sapore piccante

Fajitas  di manzo

Tra i vari piatti a base di carne troviamo anche le fajitas, delle striscie di carne di manzo che vengono saltate in padella e a cui vengono poi aggiunte varie tipi di verdure come peperoni e cipolla.

Le fajitas vengono avvolte all’interno di una tortilla, la tipica focaccia di mais fatta con la farina di mais e accompagnato dalle tipiche salse messicane come guacamole e enchilada  e  vengono serviti i fagioli neri come contorno.

Burrito

Tra i cibi più buoni della cucina messicana troviamo sicuramente il burrito, una tortilla  grigliata che viene riempita con carne di pollo o maiale a cui vengono aggiunti altri ingredienti tipici della cucina messicana come riso, fagioli e pomodori il tutto accompagnati dalle piccanti salse messicane.

Il burrito presenta molte varianti soprattutto negli Stati Uniti, dove  fa parte della tradizione culinaria del Texas.

 

Un’esplosione di gusto: la cucina messicana

 

I piatti preparati nella cucina messicana sono molto famosi per il loro tocco intenso e per la varietà dei gusti che offre, per i profumi delle numerose spezie utilizzate e, ancor di più per le allegre e colorate decorazioni con cui vengono servite. Ma le ricette messicane sono conosciute nel mondo anche perché fanno parte di una delle cucine in cui la quantità di proteine, vitamine e minerali è tra le più alte a livello globale.

La maggior parte di questi piatti proviene dalle tradizioni instaurate da Aztechi e Maya prima della scoperta dell’America e vengono preparate con ingredienti che erano tipici del luogo come ad esempio le quesadillas, che sono tortille preparate con cereali o farina e condite con formaggio fresco di Queso, carne di pollo e di maiale, hanno al loro interno il tradizionale pepe del Cile.

I colori proposti da questi piatti, che colpiscono per la loro varietà, vengono creati attraverso l’uso di una grande quantità di tipi di verdure come ad esempio i peperoni rossi e gialli, il peperoncino rosso piccante e non, i peperoni verdi, i broccoli, il cavolfiore e i ravanelli.

 

Alcune tradizioni della cucina messicana

 

Le pietanze della cucina messicana si differenziano in base alla regione di provenienza per via delle differenze climatiche che variano da regione a regione e delle differenze etniche fra gli abitanti del luogo. Ad esempio al nord si potrà gustare una cucina ricca di molte varietà di carne, mentre, nel Messico del sud-est potrete gustare una grande selezione di verdure piccanti e pollo. Ma in tutto il Messico non mancherete di trovare anche frutti di mare preparati nello stile di Veracruz e piatti dal sapore esotico, conosciuti come cucina prehispánica di comida che, come da tradizione azteca o maya, usa ingredienti particolari come ad esempio la carne di iguana o quella di serpente ma anche di cervo e scimmia fino ad arrivare all’utilizzo di alcune varietà di insetti.

 

Cucina messicana in Italia

Ma se volete provare uno dei tanti piatti tipici della cucina messicana sarà possibile trovarne di ben fatti anche in un Ristorante messicano a Roma o nella vostra città. Qui, infatti, potrete gustare preparazioni tradizionali come la salsa guacamole, a base di avocado; la fajidas, tipico street food dell’America centrale; i fagioli alla messicana, rinomati in tutto il mondo; i burritos, cioè una sorta di piadina in stile tex-mex; ma anche dolci come il dulche de leche a base di latte e i jamoncillos con latte e frutta secca.