La movida a Roma: i migliori posti dove bere

State organizzando la vostra vacanza ma siete indecisi se scegliere il divertimento in una città come Milano o la cultura a Roma? Siamo abituati a conoscere Roma attraverso la sua storia, ogni posto nella Capitale racconta un qualcosa avvenuto secoli fa, non a caso è stata definita la Città Eterna. Questo però ha fatto si che su di essa siano nati un po’ dei falsi miti. Ma Roma è solo una città capace di offrire un turismo di tipo culturale? I bene informati sanno che non è esattamente così. La città di Roma è stata definita Caput Mundi proprio perché in un certo qual modo tutto nasce qui e poi si diffonde nel mondo. Non a caso è soprannominata Capitale della cultura, ma anche della musica, della moda, dello spettacolo, del teatro e perché no anche della movida, anche se qualcuno vi dirà che in questi ambiti sono altre le città italiane che primeggiano. Per questi motivi è obbligatorio sottolineare che alcune delle più importanti discoteche, che ancora sono nel fiore della loro attività, sono nate proprio nel cuore di Roma, un pratico esempio è il Piper che negli anni 60’ è stata la prima casa musicale di artisti come Patty Pravo. Nell’arco degli anni però sono diverse le discoteche Roma che si sono fatte spazio nel panorama cittadino, incrementando così anche l’afflusso del turismo notturno.

Le discoteche che possono essere raggiunte più facilmente, ad esempio, si trovano nel centro storico come ad esempio il Zuma Palazzo Fendi dove si riuniscono molto spesso alcuni volti noti del mondo dello spettacolo. La costante voglia di divertirsi dei giovani romani e dei turisti ha permesso però la nascita e l’incremento di queste attività, rivitalizzando così alcune zone di Roma che qualcuno considerava ormai spente da tempo. In questo caso possiamo fare un riferimento immediato alla zona circostante il Ponte Milvio, dapprima ammirata per la sua storia ma dove oggi è possibile trovare i locali più in della città. Un’altra zona da non sottovalutare per gli amanti della movida senza ombra di dubbio è quella di Trastevere. Questo ad esempio è il quartiere dove, soprattutto durante il fine settimana, si concentra la maggior parte delle serate romane. Qui gli amanti della musica possono trovare ogni genere di divertimenti potendo trovare delle discoteche che arricchiscono le loro serate con musica live oppure affidando il dj set a professionisti del mestiere.

All'interno dei locali della capitale cì è la possibilità di bere magnifici coktail e gustosi bicchieri di vino.

Ice bar allo scoperta delle nuove tendenze

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Tra le tendenze più in voga in questi anni troviamo gli ice bar, che riscuotono un grande successo di pubblico attirato dal fascino della novità e oggi anche alcuni locali italiani si stanno lasciando attirare da questo nuovo design, che si vuole affiancare alle discoteche Roma, sempre di moda

Come già suggerisce il nome il centro di questi nuovi locali è il ghiaccio e il freddo, infatti qui troviamo le mura interne che sono costituite da grandi blocchi di ghiaccio e anche l’arredamento che può comprendere: gli accessori, il bancone, i tavolini e gli stessi bicchieri dove bere sono fatti di ghiaccio, l’unica parte che non è ghiacciata è il tetto e il pavimento per evitare chiaramente incidenti pericolosi, altrimenti per entrare in questi luoghi ci sarebbe bisogno di pattini per il ghiaccio.

All’interno degli ice bar la temperatura varia dai- 5 ai -10 gradi e le bevande che vengono servite contengono soprattutto vodka e tequila probabilmente per alzare la temperatura corporea con bevande dall’alta gradazione alcolica.

E’ molto importante sapere che quando si entra in un ice bar si ha un tempo limitato per visitare questi locali e questo varia dai 30 ai 70 minuti per evitare di avere problemi di salute e rischiare quindi l’ipotermia.

Alcune città con gli ice bar più famosi al mondo

Orlando- Stati Uniti

Ad Orlando negli Stati Uniti c’ è uno degli ice bar più famosi del mondo, qui  i clienti si possono rinfrescare dal caldo torrido della Florida.

L’ice bar di Orlando è il primo ice bar permanente degli Stati Uniti e presenta al suo interno alcune meravigliose sculture di ghiaccio, opera del maestro Master Carver,  vincitore tra l’altro del premio internazionale al Ice Carving Olympics, il grande festival dedicato alle sculture di ghiaccio.

Il locale è costruito con 50 tonnellate di ghiaccio e presenta interni lussuosi, che ne fanno un vero e proprio palazzo di ghiaccio.

Stoccolma- Svezia

Non poteva mancare un ice bar nella penisola scandinava e quello di Stoccolma è sicuramente uno dei più importanti di tutto il panorama europeo.

L’ Absolut Ice Bar è una metà obbligatoria per tutti coloro che si trovano in Svezia e si distingue per la particolarità dei cocktail serviti in cubi di ghiaccio e inoltre questo locale viene rinnovato ogni 6 mesi con nuove strutture e sculture di ghiaccio.

Tokio- Giappone

Il Giappone considerato da sempre un paese all’avanguardia non poteva rimanere indietro per quel che riguarda gli ice bar e infatti nella capitale del sol levante abbiamo uno dei bar più rinomati di tutta l’Asia.

In questo locale si paga un caro biglietto, circa 30 yen, che vi permetterà di gustare cocktail in bicchieri di ghiaccio in una speciale location dove le sedie sono rappresentate da grandi ruote di ghiaccio.

 

 

La capitale e le strade dei vini

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Il turismo a Roma si può vivere sotto molteplici aspetti, oltre quello storico la città offre diverse opportunità ed eventi per gli amanti dell’enologia. La città di Roma infatti può essere vissuta anche attraverso il vino, grazie alla moltitudine di degustazioni che vengono organizzate qui e nelle zone limitrofe. Nel caso in cui avete intenzione di recavi nella Capitale tra novembre e dicembre sappiate che sono sempre in attivo diverse gite che comprendono la degustazione di vini. Questo tipo di tour infatti vengono effettuati ogni qualvolta che l’azienda enologa raggiunge il numero necessario. Altre volte invece le aziende in questione si accordano già con gli hotel presenti nella Capitale, realizzando così una sorta di itinerario guida per gli ospiti della struttura alberghiera.

Se invece avete programmato la vostra vacanza con una tappa esclusiva dedicata solo all’enologia, visitando così in modo particolare alcune parti di Roma, dovete sapere che è possibile prenotare questi tour anche senza il bisogno che questi siano collegati con l’albergo. Su siti internet come TripAdvisor, ad esempio, potete trovare e prenotare le vostre gite a seconda delle zone che più vi interessano. Per quanto riguarda appunto le degustazioni di vini il tour più richiesto è quello che viene fatto tra Castel Gandolfo e Frascati. Qui infatti avrete l’opportunità di pranzare in uno degli agriturismi che si trovano in zona e recarvi poi nelle cantine di riferimento. La Camera di Commercio della capitale  ha istituito anche la cosìdetta “Strada dei Vini”, l’intento è quello di salvaguardare e valorizzare il territorio con le sue bellezze storiche e archeologiche e  i prodotti gastronomici della tradizione locale, sia culinari che vinicoli. In particolare grande rilievo è dato alla produzione vinicola dei Colli Albani, ossia tutta quella zona di origine vulcanica con caratteristiche varie di terreni argillosi e tufacei, che conferiscono carattere e varietà nella produzione di bianchi e rossi. Nel momento in cui prenotate il vostro posto in questo genere di tour tenete bene in mente che sono previsti servizi autobus per chi si trova negli hotel Stazione Termini. Se la struttura alberghiera che vi ospita non si trova vicino la stazione ferroviaria qui troverete comunque il servizio autobus ad aspettarvi. L’appuntamento solitamente è fissato in tarda mattinata proprio per permettere a tutti coloro che hanno prenotato di poter raggiungere così il punto di incontro. Dopodiché questo si occuperà di accompagnarvi nelle varie tappe del tour e di riportarvi al punto di partenza. Le degustazione enologhe però spesso vengono organizzate anche nelle zone adiacenti al centro storico di Roma, dove si trovano alcune cantine e diverse trattorie che da anni organizzano degustazioni enologhe accompagnate da prodotti tipici locali. Anche in questo caso potrete prenotare il vostro posto attraverso l’utilizzo di vari siti internet oppure, in modo molto più semplice, sarà sufficiente chiamare al locale di riferimento.

Le proprietà del vino a portata di cosmetici

Bere un bicchiere di vino durante i pasti fa bene non solo alla salute ma anche all'umore e alla pelle ed è proprio grazie alle sue proprietà antiossidanti e ai suoi innumerevoli benefici che le case cosmetiche hanno deciso di creare dei prodotti per la pelle a base di vino. Questa tendenza si chiama Wine Beauty ed è stata presentata la prima volta nel 2015, in occasione del Vinitaly di Vicenza.

Le aziende produttrici di cosmetici hanno deciso di sfruttare i benefici di questo super antiossidante utilizzando per i loro prodotti non solo il vino ma anche l’uva, le foglie di vite, i tranci di vite, ingrediente principale rimane tuttavia il vino rosso (un potente antiossidante), ma alcune case cosmetiche utilizzano anche lo spumante nella creazione dei loro prodotti. Molte di queste brand, inoltre, sono molto attente anche al problema dell'ambiente e di conseguenza all’eco-sostenibilità, per questo, durante il processo di produzione dei cosmetici cercano di usare gli scarti della vite che altrimenti, se non utilizzati, vanno buttati.

In Italia la diffusione della Wine Beauty si deve soprattutto alla Coldiretti e ai mercati di Campagna Amica che hanno visto il potenziale di sfruttare le proprietà del vino nella produzione di crene e sieri di bellezza.  

Vediamo ora quali sono i cosmetici a base di vino più amati e utilizzati dalle donne insieme al blog makeup Donna e Dintorni.

Si chiama Vinoperfect la linea promossa dalla famosa casa cosmetica francese Caudalìe, questa linea ha come obiettivo principale l’eliminazione delle macchie e l’uniformità dell’incarnato attraverso l’utilizzo di sieri, creme viso e creme colorate tutte con protezione solare. Caudalìe ha pensato bene di utilizzare le proprietà del vino in questa sua nuova linea di creme. L’ingrediente principale alla base di questi prodotti è la viniferina estratta da tralci di vite, questo ingrediente è conosciuto e utilizzato dai contadini francesi, essi infatti lo utilizzano già come schiarente delle macchie cutanee e per avere un incarnato uniforme e luminoso.

Alchimia Natura, la famosa brand produttrice di cosmetici bio, ha invece lanciato la linea Bacco di…Vino che oltre a estratti di vite e uva nera presente nell’Appennino Modenese, utilizza anche i benefici antiossidanti di altri frutti come il melograno, il ribes e il mirtillo. I prodotti presenti in questa innovativa linea sono ricchi di polifenoli e contengono il Resverartolo un antiossidante che combinato con le vitamine A, C, E allieva le infiammazioni cutanee e stimola la produzione di collagene.

Tutto quello che c’è da sapere sulle birre artigianali

Quando si pensa ai prodotti agroalimentare la prima cosa che ci viene in mente è la qualità che si ottiene comprando direttamente  dal fornitore, evitando così i numerosi intermediari, che portano il prodotto a perdere la loro qualità iniziale quando arrivano al bancone del supermercato, quindi oggi sempre più persone decidono di comprare direttamente dal produttore.

Questo non vale solo per il cibo, ma anche per delle bevande come la birra, infatti  sono sempre di più i locali come le officine farneto Roma, che si rivolgono ai produttori di birra artigianale ,che viene preferita dagli esperti del luppolo a quella industriale presente in tutti i bar d’Italia.

Una birra può essere definita artigianale quando:

  • È prodotta con ingredienti di ottima qualità e senza l’utilizzo di succedanei
  • Non è filtrata
  • Non è pastorizzata
  • Spesso viene servita del birrificio dove viene fabbricata

La birra artigianale in Italia ha avuto un grande sviluppo, tanto che oggi si contano circo 700 birrifici artigianali costituiti per la maggior parte da persone under 40, che gestiscono delle piccole aziende, che ad oggi costruiscono il 2-3 % della produzione nazionale di birra.

 Uno dei principali problemi  della birra artigianale è il costo che richiede produrla e quindi anche al consumatore la birra artigianale, rispetto a quella industriale, viene di più.

 I fattori che portano la birra artigianale ad avere un costo maggiore sono:

  • Gli ingredienti  che devono essere di prima qualità e vanno presi in quantità ridotta rispetto alle birrerie industriali
  •  Il tempo di lavoro di una birra artigianale è molto più lungo rispetto a quella industriale e quindi ci vuole  più tempo prima che venga messa sul mercato
  • I tempi più corti di scadenza, infatti la birra artigianale è un prodotto non pastorizzato e quindi anche i lunghi viaggi non sono l’ideale per le birre artigianali,  riducendo di molto il mercato di vendita

Differenze con le birre industriali

Le birre industriali sono molto differenti rispetto a quelli artigianali partendo subito dai principi fondamentali di produzione, infatti queste vengono sia filtrate che pastorizzate perchè questi due processi servono per conservare il prodotto il più a lungo possibile in modo da poterlo vendere anche su mercati esteri.

Il processo di pastorizzazione e filtrazione portano ad annullare il gusto originale della birra, visto che il processo di trasformazione dello zucchero in alcool viene bloccato togliendo alla birra  dei particolari aromi, che sono tipici delle birre artigianali.

Le birre industriali vengono prodotte anche con prodotti che presentano degli additivi chimici e conservanti del malto d’orzo e del mais, che portano ad avere dei costi di produzione inferiore, che si risentono poi sul gusto della birra.

 

Borsa di Studio Vincenzo D’Isanto de I Balzini Winery

ROMINA RIDOLFI

vince la borsa di studio

VINCENZO D'ISANTO di I BALZINI WINERY.

 

Salvador Dali'   diceva che  i veri intenditori non bevono vino, ma degustano segreti……

Ma Antonella e Vincenzo D’Isanto contraddicono brillantemente l’artista Dalì,  una delle figure più eclettiche del ‘900, loro producono il vino, lo bevono  e degustano anche segreti perché il loro brillante sodalizio dura da anni, un fil rouge che li vede insieme, impegnati, sempre accanto, legati sia sul lavoro che in fattoria.

Sono proprietari infatti dell’Azienda agricola I Balzini  che sorge nel comune di Barberino Val d'Elsa e in un settembre caldo, ancora estivo, nel mese dedicato alla vendemmia, quando in Italia si celebra il vino, da I Balzini si premiano i giovani più promettenti  in occasione della terza edizione della "Borsa di Studio Vincenzo D'Isanto", iniziativa promossa e ideata dall'azienda vitivinicola I Balzini in onore del proprio fondatore Vincenzo D'Isanto.

In un prato suggestivo, all’ombra di un grande albero e sotto un romantico balcone, a metà strada tra Firenze e Siena, alcuni tra i più promettenti neo sommelier della delegazione AIS di Firenze si sono contesi la borsa di studio "Vincenzo D'Isanto": un assegno di 700 euro, pari al costo d'iscrizione al corso di terzo livello. Una vera e propria sfida a colpi di degustazioni fra i migliori sommelier della delegazione AIS di Firenze che ha visto vincere il primo premio Vincenzo D'Isanto una grande Romina Ridolfi in una finale tiratissima davanti ad Anna Maria Taccioli e Valentina Mannucci.

"Da sempre I Balzini – spiega la moglie di Vincenzo Antonella D'Isanto, da qualche anno alla guida dell'azienda e Delegata Regionale de Le Donne del Vino della Toscanasi impegna nella diffusione e promozione della cultura del vino e del bere consapevole. Crediamo, infatti, che i giovani Sommelier di oggi ereditino sia l'onore che la responsabilità di coltivare e trasmettere questi valori. Valori che rappresentano certamente una passione ma anche la possibilità di costruirsi un futuro professionale e un bene inestimabile per tutto il nostro territorio".

Vincenzo D'Isanto è sommelier Ais dal 1984 ed è proprio nel 2014, in occasione dei festeggiamenti per il trentesimo anno di iscrizione all'Associazione, che Antonella ha deciso di istituire una borsa di studio che incentivasse e stimolasse i neo Sommelier a proseguire nel proprio percorso.

La giornata di gara ha previsto, durante la mattinata, lo svolgimento della prova scritta e di quella di degustazione bendata, durante la quale i candidati hanno dovuto riconoscere un vino de I Balzini. Nel pomeriggio, i tre candidati che hanno ottenuto i migliori risultati si sono affrontati in una prova orale, aperta al pubblico, durante la quale, tra l'altro, hanno raccontato l'azienda.

In palio, oltre al rimborso del corso per il primo classificato e una targa celebrativa, ci sono stati anche una doppia Magnum e una Magnum de I Balzini White Label per il secondo e il terzo classificati.

Vincenzo e Antonella D’Isanto, da una vita, una passione comune, tenersi per mano e camminare insieme lungo i viottoli, tra i filari e i terrazzamenti de I Balzini…..

 

marketing@ibalzini.it

www.ibalzini.it

text cristina vannuzzi

La forza delle bollicine

Lo champagne, è sicuramente uno degli alcolici più famosi in tutto il mondo. Non soltanto per il suo indiscusso pregio, o il suo gusto, ma anche perché ormai simbolo di lusso e di eleganza. Sono tante le scene dei film divenute celebri grazie allo champagne, pensate a James Bond -si, non solo Martini- Colazione da Tiffany o ancora Quando la moglie è in vacanza.

Ma vediamo di conoscere di più sulla storia di questa bevanda. Partiamo dal nome, lo champagne infatti prende il proprio nome dalla nota regione francese “Champagne”, situata a nord-est, località in cui questo vino è stato creato e prodotto. Il nome dell'inventore di sicuro non sarà sconosciuto ai più: parliamo di Dom Pierre Pèrignon, un giovane monaco benedettino.

I vini francesi da sempre, fin dal medioevo, sono stati ritenuti di pregio. La maggior parte di questi venivano prodotti dai monaci, perché avevano del terreno a disposizione, braccia per poterli coltivare e, più  importante, avevano bisogno  del vino durante la messa. Ben presto però, i vini iniziarono ad essere anche fonte di guadagno per le abbazie, ed iniziarono a farsi conoscere; quando arrivarono nelle tavole dei potenti di Francia, iniziarono ad essere conosciuti in tutto il mondo perché essi iniziarono ad offrirli come omaggio ad altri regnanti provenienti da altri paesi europei.

Nel 1600, numerose guerre e diversi saccheggi, fecero sì che le abbazie venissero abbandonate, provocando così il decadimento delle vigne. Circa 70 anni dopo, Pèrignon  trovo un convento in decadimento le vigne, per fortuna, non erano seccate, e si adoperò affinché non soltanto i campi ma anche il convento riprendessero vita.

Esistono differenti versioni su come sia nato lo champagne, in quanto c’è chi afferma che sia nato per un errore casuale durante la vinificazione dei vini bianchi, chi afferma che Perignon abbia usato degli ingredienti particolari, come dei fiori di pesco, chi ancora riporta che abbia imbottigliato il vino in modo immediato dopo la fermentazione . Ciò che diede un effetto particolare a questo vino, era la spuma, assente in tutti gli altri vini. Perignon si stupì della gradevolezza di quell'aroma e si diede da fare per far conoscere quella scoperta al mondo.

Oggi, lo champagne è sicuramente un alleato validissimo per l'organizzazione eventi Roma e ovunque nel mondo. È un modo sicuro per trasformare una festa in un elegante party. Di certo non è qualcosa da concedersi tutti i giorni, ma per un'occasione speciale si può certo fare uno strappo alla regola.

La fotoferesi extracorporea (ECP), inclusa l’immunomodulazione THERAKOS® ECP di Mallinckrodt, riceve l’approvazione per il rimborso dal Dipartimento federale dell’interno Svizzero

La fotoferesi extracorporea (ECP), inclusa l’immunomodulazione THERAKOS® ECP di Mallinckrodt, riceve l’approvazione per il rimborso dal Dipartimento federale dell’interno Svizzero

CHESTERFIELD, Inghilterra, August 23, 2016 /PRNewswire/ —

Mallinckrodt plc (NYSE: MNK), azienda farmaceutica specializzata leader del settore, ha annunciato che il Dipartimento federale dell’interno (DFI) Svizzero ha approvato il rimborso in Svizzera del trattamento con fotoferesi extracorporea (ECP) per i pazienti affetti da sindrome da bronchiolite obliterante (BOS) in seguito a trapianto di polmone. Mallinckrodt Pharmaceuticals offre la terapia ECP attraverso le proprie piattaforme terapeutiche THERAKOS®, incluso il sistema di fotoferesi di ultima generazione THERAKOS® CELLEX®.

La decisione del DFI riguarda l’uso dell’ECP in Svizzera come terapia di salvataggio per i pazienti affetti da BOS sotto regime di immunosoppressione aumentata e antibiotici macrolidi come immunomodulazione. Questa è la prima approvazione di una valutazione tecnologica sanitaria per l’ECP nella BOS da parte di un’autorità governativa nazionale regolatoria.

La richiesta iniziale di approvazione da parte del DFI è stata presentata dal programma trapianti dell’Ospedale Universitario di Zurigo e supportata da Mallinckrodt. E’ stata successivamente seguita, nel settembre del 2015, da una valutazione tecnologica sanitaria con una dettagliata analisi delle informazioni scientifiche, economico-sanitarie e di valore sull’ECP nei pazienti affetti da BOS. L’approvazione del rimborso è entrata in vigore il 1° agosto 2016 ed è soggetta a rivalutazione alla fine del 2019, sulla base di eventuali nuovi dati raccolti a tale data.

“L’approvazione del rimborso rende questo importante trattamento immunoterapico maggiormente disponibile per i pazienti svizzeri che hanno esaurito le altre terapie possibili per la cura di questa patologia”, ha dichiarato Mark Trudeau, Presidente e Amministratore delegato di Mallinckrodt. “Inoltre dimostra il potenziale di fondo di questo asset altamente duraturo e il contributo che secondo noi può apportare alla nostra crescente attività ospedaliera.”

Ogni anno in Svizzera vengono svolti circa 50 trapianti di polmone[1]. In base ai dati del registro internazionale, circa la metà dei pazienti sviluppano la BOS dopo i cinque anni successivi il trapianto di polmone.  Il tasso di BOS sale al 75% dopo oltre dieci anni, nonostante l’immunosoppressione permanente.[2] La BOS è associata a una riduzione progressiva della funzionalità polmonare (Volume Espiratorio Forzato in 1 secondo, FEV1) e in ultima sede alla morte per insufficienza respiratoria. La BOS è la principale causa di morte ad un anno dal trapianto di polmone ed è il motivo principale degli esiti inferiori a lungo termine degli interventi di trapianto del polmone.[3] Circa il 20% dei pazienti che ricevono un trapianto di polmone muore a causa di infezioni opportunistiche e tumori secondari.[4]

I pazienti che sviluppano la BOS dopo aver ricevuto un trapianto di polmone sono comunemente curati con regimi alterati/aumentati di immunosoppressione e un ciclo di antibiotici macrolidi come immunodoulazione. Se la riduzione di funzionalità polmonare progredisce, è possibile ricorrere a varie opzioni terapeutiche di salvataggio. Tuttavia, la necessità di trovare un equilibrio tra il declino progressivo della funzionalità polmonare e il tentativo di limitare il rischio di infezioni riduce le terapie immunosoppressive di salvataggio a disposizione.[5] L’ECP è una terapia immunomodulatoria che non agisce come immunosoppressione aggiunta, ma anzi come immunomodulazione generalizzata. Questa terapia può rallentare o persino interrompere il declino della funzionalità polmonare senza i possibili e gravi effetti collaterali dell’immunosoppressione, incluse le infezioni opportunistiche.[6]

Mallinckrodt è l’unico fornitore al mondo di sistemi integrati per la somministrazoine di Fotoferesi Extracorporea (ECP), e i suoi sistemi vengono usati da centri medici accademici, ospedali e centri di cura in oltre 30 Paesi. I sistemi THERAKOS® sono stati utilizzati per erogare oltre 1 milione di trattamenti di fotoferesi in tutto il mondo.

Mallinckrodt plc
Mallinckrodt è un’azienda globale che sviluppa, produce, commercializza e distribuisce terapie e prodotti farmaceutici specialistici e biofarmaceutici, oltre a prodotti per l’imaging nucleare. Gli ambiti di specializzazione includono le patologie rare e autoimmuni nelle aree specialistiche di neurologia, reumatologia, nefrologia, pneumonologia e oftalmologia; terapie per l’immunoterapia e la terapia intensiva respiratoria neonatale; prodotti analgesici ed emostatici; e farmaci per il sistema nervoso centrale. I principali punti di forza dell’azienda includono l’acquisizione e la gestione di materie prime altamente regolamentate e risorse specializzate nel campo della chimica, della formulazione e della produzione. Il segmento Marchi specialistici dell’azienda include i farmaci a marchio, il suo segmento Generici specialistici include i farmaci generici specialistici, gli ingredienti farmaceutici attivi e la produzione esterna, mentre il segmento Imaging nucleare include gli agenti per l’imaging nucleare. Per maggiori informazioni su Mallinckrodt, visitare http://www.mallinckrodt.com.

Mallinckrodt impiega il proprio sito web come canale di distribuzione di importanti informazioni aziendali, quali comunicati stampa, presentazioni agli investitori e altri dati finanziari. Inoltre, l’azienda utilizza il proprio sito web per accelerare l’accesso pubblico alle informazioni sull’azienda che richiedono una maggiore tempestività in modo da anticipare o sostituire comunicati stampa o l’archiviazione presso la commissione statunitense per i titoli e gli scambi (SEC) delle stesse informazioni. Pertanto si consiglia agli investitori di consultare la pagina Relazioni con gli investitori del sito web per conoscere i dati più importanti e che richiedono maggiore tempestività. Chi visita il sito web si può inoltre registrare per ricevere e-mail automatiche e altre notifiche di avviso relative alla pubblicazione di nuove informazioni sulla pagina Relazioni con gli investitori del sito web.

Informazioni su THERAKOS ECP Immunomodulation
L’immunomodulazione ECP THERAKOS viene erogata tramite i sistemi di fotoferesi extracorporea CELLEX® e UVAR XTS®. L’immunoterapia THERAKOS® sfrutta il potere del sistema immunitario del singolo paziente per combattere la patologia e viene utilizzata da centri medici accademici, ospedali e centri di cura in oltre 30 Paesi. I sistemi di fotoferesi THERAKOS sono interamente integrati e recano il marchio CE per la somministrazione della fotoferesi. Per ulteriori informazioni, visitare  http://www.therakos.co.uk

Informazioni sulla sindrome da bronchiolite obliterante (BOS)

Il trapianto di polmone è un’opzione terapeutica collaudata per pazienti selezionati affetti da patologie polmonari allo stadio terminale [7] e il numero di trapianti è cresciuto costantemente ogni anno negli ultimi decenni. Tuttavia, il 50% dei destinatari di trapianti di polmone sviluppa la BOS nei cinque anni successivi, e la percentuale arriva al 75% dopo oltre dieci anni dall’intervento, nonostante l’immunosoppressione permanente. [8] La BOS è associata a una riduzione progressiva della funzionalità polmonare (FEV1) e in ultima sede alla morte per insufficienza respiratoria. La BOS è la principale causa di morte a un anno dal trapianto di polmone ed è il motivo principale degli esiti sfavorevoli a lungo termine degli interventi di trapianto del polmone.[9]

1. Swiss Transplant, Swiss National Foundation for Organ Donation and Transplantation. Organ Donation and Transplantation Activity Report: 2014. Disponibile su http://www.swisstransplant.org/en/information-material/statistics/annual-figures/ Consultato il 14 settembre 2015.

2. Yusen RD, Edwards LB, Kucheryavaya AY, et al. The registry of the International Society for Heart and Lung Transplantation: thirty-first adult lung and heart-lung transplant report–2014; focus theme: retransplantation. J Heart Lung Transplant. 2014;33(10):1009-1024.

3. Fonti:

Finlen Copeland CA, Snyder LD, Zaas DW, Turbyfill WJ, Davis WA, Palmer SM. Survival after bronchiolitis obliterans syndrome among bilateral lung transplant recipients. Am J Respir Crit Care Med. 2010;182(6):784-789.

Sato M, Hwang DM, Waddell TK, Singer LG, Keshavjee S. Progression pattern of restrictive allograft syndrome after lung transplantation. J Heart Lung Transplant. 2013;32(1):23-30.

4. Yusen RD, Edwards LB, Kucheryavaya AY, et al. The registry of the International Society for Heart and Lung Transplantation: thirty-first adult lung and heart-lung transplant report–2014; focus theme: retransplantation. J Heart Lung Transplant. 2014;33(10):1009-1024.

5. Meyer KC, Raghu G, Verleden GM, et al. An international ISHLT/ATS/ERS clinical practice guideline: diagnosis and management of bronchiolitis obliterans syndrome. Eur Respir J. 2014;44(6):1479-1503.

6. Knobler R, Berlin G, Calzavara-Pinton P, et al. Guidelines on the use of extracorporeal photopheresis. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2014;28(suppl 1):1-37.

7. Christie JD, Edwards LB, Kucheryavaya AY, et al. The Registry of the International Society for Heart and Lung Transplantation: 29th adult lung and heart-lung transplant report-2012. J Heart Lung Transplant. 2012;31(10):1073-1086.

8. Yusen RD, Edwards LB, Kucheryavaya AY, et al. The registry of the International Society for Heart and Lung Transplantation: thirty-first adult lung and heart-lung transplant report–2014; focus theme: retransplantation. J Heart Lung Transplant. 2014;33(10):1009-1024.

9. Fonti:

Finlen Copeland CA, Snyder LD, Zaas DW, Turbyfill WJ, Davis WA, Palmer SM. Survival after bronchiolitis obliterans syndrome among bilateral lung transplant recipients. Am J Respir Crit Care Med. 2010;182(6):784-789.

Sato M, Hwang DM, Waddell TK, Singer LG, Keshavjee S. Progression pattern of restrictive allograft syndrome after lung transplantation. J Heart Lung Transplant. 2013;32(1):23-30.

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Published at Tue, 23 Aug 2016 06:00:00 +0000

CALICI DI STELLE EUGANEI

CALICI DI STELLE EUGANEI

Villa Beatrice d’Este

5/7 agosto – 13esima edizione

 

Quasi come un'ormai consolidata tradizione è toccato all'infaticabile Martino Benato, fra i più accesi organizzatori e fautori dell'evento,  a spiegare che fra le novità del Calici di Stelle Euganei, giunta in questo 2106  alla sua 13 a edizione, è davvero degna di nota la presenza dei produttori di vini Bio tra i ventuno produttori della Doc Euganea.

Altro record di questa manifestazione a Villa Beatrice d'Este in quel dei Colli Euganei,  visto che mai, come per questo atteso appuntamento sul monte Gemola da venerdì 5 a domenica 7 agosto,  si era raggiunto un così elevato numero di vignaioli che, sotto l'egida del Movimento Turismo del Vino, motore della manifestazione fin dai suoi esordi come ha ricordato il presidente regionale del Veneto, Giorgio Salvan, le Città del Vino, il Consorzio Vini doc Colli Eugaeni, guidati dal presidente Emanuele Calaon, le amministrazioni dei cinque comuni di Arquà Petrarca, Baone, Cinto Euganeo, Rovolon e Vò, la strada del Vino dei Colli Euganei, daranno la stura alle loro migliori bottiglie per ammaliare, con i  profumi e i sapori della Doc e Docg euganea le migliaia di persone che ogni anno attendono con grande interesse il via di una manifestazione enologica che ha pochi eguali.

 

Osservare la volta stellata fra le magie panoramiche offerte dal proscenio dei Colli Euganei sorseggiando un calice di una delle diverse  Doc prodotte in quest'angolo di Veneto. A cominciare, ricordano in coro gli amministratori dei 5 comuni coinvolti nel caleidoscopio manifesto che scandisce il calendario, da quella che già da qualche anno è diventata una DOCG. Vale a dire il Moscato Giallo Fior d'arancio nelle sue versioni dolce, secco e passito. Poliedrico risultato della passione dei vignaioli euganei per un vitigno che   sta muovendosi a grandi passi fra i vini più interessanti nel panorama enologico italiano dell'ultimo decennio. Vino di grandissima beva che ben si fa accompagnare dal cugino Serprino da uva che sui colli viene chiamata Serprina e non Glera come risponde all'appello dei trevigiani, dal Pinello, vera chicca autoctona del territorio, dai Pinot, dai Chardonnay, dal Manzoni e dai più robusti rossi bordolesi, Cabernet, Merlot, Carmenere ma anche  il Friularo, il Raboso o  misconosciuti  vini di antiche origini quali la Gatta, la Pataresca, la Corbina, Corbinona e Corbinella.

 

Insomma un vero tripudio di vini che si potranno gustare in tutta serenità con lo sguardo rivolto alle stelle accompagnati dal ritmo di brani delle migliori band del territorio, ma soprattutto dalle tipicità gastronomiche euganee e patavine che prevedono anche debito spazio alla tendenza vegetariana e vegana del momento.  Il tutto, hanno sottolineato gli organizzatori, dopo aver parcheggiato il proprio automezzo nel comodo parcheggio di cava Cocuzzola a Baone e raggiunto con il bus  navetta, gratuito, Villa Beatrice d'Este, proprio  sulla cima del monte Gemola . Da dove, dopo aver acquistato il carnet di 5 ticket, del costo di euro 20, ci si potrà dedicare alla magia del Calici di Stelle Euganei 2016. Non dimenticando che come vuole ormai consolidata tradizione a guidare lo sguardo dei presenti fra le vie stellate alla ricerca della personalissima cometa ci saranno anche gli astrofili dell'associazione Astronomica Euganea capitanata da Michele Alberti che nella conferenza stampa non ha nascosto la sua rinnovata emozione per far parte di un così affiatato team di persone innamorate del loro territorio e capaci. soprattutto, di far calamitare su di esso l'attenzione di quanti, anno dopo anno, sono ormai diventati milioni.

 

Per la cronaca, va ricordato che alla conferenza stampa, in rappresentanza delle diverse amministrazioni, oltre ai citati rappresentati delle diverse associazioni e consorzio,  erano presenti il sindaco di Vo , Vanessa Trevisan , Lisa Loreggian, assessore di Arquà Petrarca, Stefano Ambrosi , consigliere di Cinto Euganeo e rappresentante dell'omonima pro Loco e Maria Elena Sinigaglia, sindaco di Rovolon. A fornire la loro puntuale e professionale ospitalità i Valentini&Carraro, titolari dell'Enoteca La Mia Cantina di piazzale Santa Croce a Padova.  

IL VINO TOSCANO INCANTA I RUSSI

IL VINO TOSCANO INCANTA I RUSSI

A Forte dei Marmi l’EnoArte di Elisabetta Rogai

Un entusiasmo …alle stelle….. da parte di un selezionato pubblico di magnati russi per una serie di prodotti toscani che hanno accompagnato la performance live con il vino dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai nella sua personale “Oltre le Stelle”  a Forte dei Marmi, usando la sua tecnica EnoArte, dipingere con il vino. Ed è stata proprio la notte di San Lorenzo, la caduta delle stelle, il picco atteso nella notte quando abbiamo assistito ad un vero e proprio show con "più di una stella cadente al minuto, circa un'ottantina all'ora in media".

Secondo una credenza ancora molto diffusa, un desiderio espresso nel momento in cui si vede nel cielo una stella cadente si realizzerà. Quest'anno il consiglio è di prepararsene più di uno e di restare svegli fino all'alba: il fenomeno sarà più visibile nella seconda parte della notte, dalla mezzanotte in poi. Fin dall'antichità gli uomini hanno aspettato a testa in su la pioggia di stelle cadenti di metà agosto, tradizione di speranza, ma sempre e comunque spettacolo suggestivo e che quest'anno lo sarà ancora di più, vista l'assenza della Luna. Le stelle cadenti non sono stelle, il fenomeno è causato da minuscoli frammenti di polvere e roccia, i meteoroidi, che cadono dallo spazio nella nostra atmosfera dove bruciano per attrito, divenendo visibili anche a occhio nudo e diventando così "meteore", quelle che comunemente chiamiamo stelle cadenti.  

Ma per l’artista fiorentina Elisabetta Rogai non è un fenomeno casuale,  sono veramente stelle, simbolo di speranza, e l’artista ha voluto condividere il prodigio che si ripete tutti gli anni il 10 agosto nella notte calda d’estate, la notte di San Lorenzo, con i nuovi estimatori della sua arte, il gruppo di magnati e collezionisti russi di Art Dinasty Gallery, la Galleria più glamour di Forte dei Marmi, con sede a Ginevra e Mosca diretta con competenza dal Direttore Francesca Giuli, per presentare la  personale con le sue fantasie e i sogni impressi sul canvas, sul jeans, su tela, il cachemere delle pashmine, dipinti al vino su lastre di marmo….l’eclettismo dell’artista che cerca solo bellezza nei volti che dipinge. Il prossimo step per l’artista sarà una sua personale a Mosca, proprio dipingendo con i vini toscani, infatti nella notte delle stelle cadenti, la notte di San Lorenzo, la sorpresa per una inedita e inaspettata performace live davanti ad un pubblico attento, sorpreso, gente che viene da un mondo di una cultura diversa che non ha mai visto il capolavoro del vino che si trasforma in arte, il nostro prodotto della terra che la Rogai esalta, scopre e usa, gestendolo in maniera diversa, competente, unica. 

E si apre uno spaccato d’Arte, quella di Elisabetta Rogai nelle sue eclettiche composizioni, dipinti a olio e su jeans, opere fatte usando il vino,  con la tecnica Enoarte, la sensualità dei suoi foulard/pashmina e dei caftani ricavati dalla stampa dei suoi dipinti con il vino, e poi i vini toscani, il rosso e il Brunello di Corte dei Venti di Clara Monaci, il magnifico rosso Nemo e lo Chardonnay del Castello di Monsanto della Famiglia Bianchi, il fresco rosè di Villa Pillo di Gambassi Terme, il Pietraserena di San Gimignano, i pecorini toscani al vino di Forme d’Arte di Paolo Piacenti, una novità sorprendete per gli ospiti russi le cofaccine stuzzicanti di Nome, produzioni artigianali toscane che accolgono gli ospiti in una location affascinante, dove in realtà il primo attore diventa il vino, per una architettura musicale, armoniosa,  dove l’arte della Rogai, artista che sa ascoltare il tempo e la natura, dotata di uno spirito libero e colorato, piena di fantasia e magia, si sposa con il gusto e le tonalità del vino, dando colore alla tela, dandole un anima, svelando talento ed estro, passione e curiosità di conoscere mondi nuovi, come nuove tecniche, materiali insoliti, l’arte prestata al fashion, al food, al vino……una musica lontana, la calda voce di Barbara Vignali, le stelle cadenti, una serata che solo la Versilia può regalare, una bella sera d’estate.

Le sue opere sono create con la tecnica di Enoarte, una personalissima invenzione dell’artista, unica in Italia,  che consiste nel dipingere usando il vino come colore. Dopo anni di studio e molti tentativi, attraverso l’aiuto del professor Roberto Bianchini (docente di chimica organica dell’Università degli Studi di Firenze) Elisabetta Rogai è riuscita a capire come “fissare” il vino sulla tela, un procedimento particolare che dona al quadro una vita vera e propria. Ciò che rende queste opere d’arte davvero particolari è il fatto che dopo un primo tratteggio della bozza del disegno fatta con la fusaggine di vite – carboncino – l’artista nella loro realizzazione usa solo ed esclusivamente vino rosso (e bianco per le sfumature) senza aggiungervi altri componenti. Un fissaggio naturale impedisce poi al vino di invecchiare oltre un certo limite, stabilito da Elisabetta: in questo modo i colori restano sempre  luminosi, senza sbiadire troppo, la realtà che cambia a seconda del punto di osservazione dell’artista, ma rimane sempre arte pura.

www.elisabettarogai.it

Personale di Elisabetta Rogai “Oltre le stelle” Forte dei Marmi, 6/31 agosto 2016

Art Dinasty Gallery – Piazzetta dei Marmi – (via Barsanti) – Forte dei Marmi